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Ohio, il sacrificio del cervo sacro di Cincinnati

Il regista greco Yorgos Lanthimos dopo l'aragosta irlandese del 2015 sbarca negli Stati Uniti.

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Aveva scelto l'Irlanda per il suo primo film di lingua inglese, The Lobster, apprezzatissimo in tutto il mondo e persino premiato al Festival di Cannes con il Premio della giuria, ma per il suo film successivo il greco Yorgos Lanthimos doveva fare un passo in più, spingersi oltre. In tutti i sensi. Intanto assoldando una coppia di atrici del calibro di Nicole Kidman e Alicia Silverstone da affiancare al protagonista di allora (Colin Farrell), ma soprattutto superando l'Oceano per andare a girare in Ohio il suo nuovo Il sacrificio del cervo sacro (Miglior Sceneggiatura all'ultimo Festival di Cannes).

Steven (Colin Farrell) è un famoso chirurgo cardiotoracico. Insieme alla moglie Anna (Nicole Kidman) e ai loro due figli, Kim (Raffey Cassidy) e Bob (Sunny Suljic), vive una vita felice e ricca di soddisfazioni. Un giorno Steven stringe amicizia con Martin (Barry Keoghan), un sedicenne solitario che ha da poco perso il padre, e decide di prenderlo sotto la sua ala protettrice. Quando il ragazzo viene presentato alla famiglia, tutto ad un tratto, cominciano a verificarsi eventi sempre più inquietanti, che progressivamente mettono in subbuglio tutto il loro mondo, costringendo Steven a compiere un sacrificio sconvolgente per non correre il rischio di perdere tutto.



Il "loro mondo", di cui si parla, è in questo caso quello di Cincinnati, capoluogo della contea di Hamilton nello Stato dell'Ohio dalle radici molto particolari… Nata come Losantiville, per indicare la "città di fronte alla foce del fiume Licking", nel 1790 assunse il nome attuale grazie al Governatore Arthur St. Clair, che la ribattezzò secondo il nome della società della quale era membro… Ovviamente ispirata al console romano Lucio Quinzio Cincinnato al quale è impossibile non pensare. E a ragione, visto che tra i soprannomi di 'Cincy' - come viene affettuosamente chiamata - c'è anche quello di "City of Seven Hills", la città dei sette colli! Vi dice niente…?

Di certo, il regista di Atene ha avuto il merito di non scegliere una città tanto caratterizzata per fingere - come fanno molti - di essere altrove, a New York per esempio. E la scelta è evidente nelle tante sequenze (selezionate anche per il trailer del film) nelle quali sono evidenti alcuni degli scorci più riconoscibili di Cincinnati… Come il Christ Hospital, ovviamente per le tante scene ambientate nell'ospedale dove lavora Steven, come il John A. Roebling Suspension Bridge sul fiume Ohio, molto utilizzato da turisti e locali (soprattutto per andare dalla zona dei campi sportivi a quella di hotel e ristoranti), e come la centralissima Fountain Square, rinnovata nel 2005 per l'ultima volta e dominata dalla Tyler Davidson Fountain.

Ma tra l'agosto e l'autunno del 2016 sono stati molti i set utilizzati da una produzione che se pure potrebbe non affascinare tutti (può succedere…) per la forza della sua storia, di certo si farà apprezzare per la sincerità con cui ha rappresentato la città ospitante. Resa, nelle sue varie anime, un vero e proprio personaggio della vicenda. Sin dall'inizio, con la drammatica vista dello skyline presa dalla Madison Street di Covington, sul fiume, o con la scelta del boscoso quartiere California - a sud del Lunken Airport e dalle parti di Hyde Park - dove la famiglia Murphy vive in una casa di una eleganza tale da offrire un interessante contrasto con il tono generale..

Tutt'altro panorama quello della casa di Martin e la madre (Alicia Silverstone, appunto), situata vicino Wasson Road, o della Hall of Mirrors scelta per il banchetto nell'Hotel Hilton Cincinnati Netherland Plaza di downtown, uno dei luoghi più incredibili della città, per il suo stile Art Deco e le rifiniture brillanti e coloratissime (e che ritroveremo nel Gotti con John Travolta trasformata nel Helmsley Hotel). Per non parlare della Roger Bacon High School di Vine Street di Bernard (sede delle scene 'scolastiche') e del Blue Jay Restaurant di Northside, uno degli angoli più piacevoli e amichevoli del circondario, che in molti faticheranno a riconoscere.
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