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In Aloha di Cameron Crowe l'altra faccia delle Hawaii

Tra feste tradizionali e difesa della propria cultura, per una volta i riflettori sono per i nativi

20th Century Fox
Oltre alla 'Grande Isola' di Hawaii, l'arcipelago omonimo si compone di altre sette isole: Niihau, Molokai, Lanai, Kahoolawe, Maui, Kaua'i e O'ahu, impossibile per i più averne una corretta immagine, che vada al di là di quello che l'immaginario collettivo ci mostra e più in profondità dei tanti film che la storia del cinema ha da sempre ambientato in queste splendide location naturali… Da Elvis Presley a 50 volte il primo bacio, da Ubriaco d'amore a Non mi scaricare, lo stato della 50esima stella sulla bandiera degli Usa sembra esser principalmente uno sfondo da cartolina buono soprattutto per avvicinare cuori e riconciliare coppie.

Dopo aver esplorato l'isola di Kaua'i - location principale della 'Jurassic Saga' - basta spostarsi non di molto per trovare nella vicina O'ahu spunti di segno completamente opposto e interessanti. È l'isola di Pearl Harbor, e della Hickam Air Force Base di Honolulu, sfruttata da Cameron Crowe per il suo ultimo Sotto il cielo delle Hawaii, con Bradley Cooper, Rachel McAdams ed Emma Stone. Una "lettera d'amore alle Hawaii" come l'ha definita il regista di Jerry Maguire e Almost Famous che ha suscitato sentimenti contrastanti. Anche se non nel pubblico.

A differenza di altri casi citati, nei quali le Hawaii venivano 'sfruttate' più che raccontate, in questo film la diversità di approccio è evidente, nonostante le polemiche scatenate. Tutte incentrate sull'utilizzo di Emma Stone per interpretare il personaggio di Allison Ng, nativa hawaiana per un quarto, di discendenza cinese per l'altro quarto e per metà svedese che il regista ha tratto da una donna locale realmente incontrata. Un'accusa di 'sbiancamento' (whitewashing) che merita di esser contestualizzata e relativizzata all'interno di un film che per una volta mette proprio i nativi e il loro rapporto con la terra natia in primo piano.

Non a caso Crowe ha "passato anni facendo ricerche per questo progetto e molti mesi nelle Hawaii, per costruire relazioni con importanti voci locali" e si è guadagnato "la fiducia di molti leader hawaiani di comunità, incluso Dennis 'Bumpy' Kanahele, che interpreta un ruolo chiave anche nel film". La forte presenza di americani caucasici, militari di stanza nella base suddetta, risponde in parte alle esigenze della storia, ma non fa che mettere in risalto - anche per gli scambi che vengono mostrati - la vita di chi quelle location le vive e ne fa parte.

Come in occasione dell'incontro nel villaggio di Waimanalo, dove vive lo stesso Kanahele. E dove soprattutto è ambientato il lu'au ripreso nel film, ossia una tipica festa a base di cibo, birra e musica locale alla quale tutti vorremmo partecipare. E durante la quale non devono esserci state grandi eco di polemiche, visto che gli hawaiani coinvolti nella lavorazione del film hanno tutti confermato quanto cast e tecnici fossero assolutamente rispettosi nei cronfronti della cultura ospitante e quanto genuino fosse l'impegno di Crowe nel rappresentare una immagine assolutamente autentica delle Hawaii.



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