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Egitto Gilf el Kebir : il deserto del paziente inglese

Il deserto del paziente inglese

Egitto - Alla scoperta del Gilf el Kebir, punta di diamante del deserto occidentale egiziano, sui luoghi descritti nel romanzo e nel film Il paziente inglese.

Egitto deserto oasi ElQattara
Courtesy of ©Giulio Badini
Egitto - Alla scoperta del Gilf el Kebir, punta di diamante del deserto occidentale egiziano, sui luoghi descritti nel romanzo e nel film Il paziente inglese.

Incontravamo fiumi di tribù desertiche, gli esseri umani più belli che abbia visto in vita mia. Eravamo tedeschi, inglesi, ungheresi, africani, nomi che per loro non avevano alcun significato.
(Ondaatje Michael, Il paziente inglese)

Gli studiosi lo definiscono “la Cappella Sistina della preistoria”, un capolavoro di arte rupestre con centinaia di immagini dipinte che ritraggono figure umane, animali mitologici, cerimonie rituali con bovidi dalla testa mozzata, cacce a giraffe, struzzi e gazzelle, calchi rossi di mani in negativo e danze propiziatorie risalenti ad 8 mila anni fa. Siamo nel cuore di sabbia di uno luoghi più belli e interessanti del deserto occidentale egiziano, il Gilf el Kebir (grande barriera), un territorio difficilmente accessibile e in gran parte inesplorato e disabitato, situato tra Egitto, Libia e Sudan, alla fine del Gran Mare di Sabbia.

Un luogo dove è facile immergersi in suggestioni letterarie, specie se la poesia collabora con la storia nel dar vita a vivide immagini di presa diretta, come ci tramanda il bellissimo film Il paziente inglese, a sua volta tratto dal capolavoro cartaceo di Ondaatje Michael, il cui protagonista (il mitico conte Laszo Almasy) è uno degli esploratori a cui si deve la scoperta di questa regione desertica africana. Gilf el Kebir è un massiccio montuoso di arenaria lungo 100 km, largo 80 e alto 1.000 metri. Scoperto soltanto nel 1909, venne parzialmente esplorato negli anni 20-30, ma restano ancora aree sconosciute.

L’intensa presenza di reperti litici e di pitture e incisioni rupestri denota una intensa frequentazione umana in epoca preistorica 5-10 mila anni fa, forse protrattasi anche in epoca storica grazie alla maggior piovosità e alla vegetazione. L’esploratore ungherese Almasy (il paziente inglese) ritenne di poter localizzare nel wadi Abd el Melik, la valle più lunga e verde, la mitica oasi di Zerzura citata da antichi testi arabi e cercata inutilmente da tutti gli esploratori di quest’angolo di Sahara. E’ la zona della Caverna dei Nuotatori, il celebre pannello con figure umane dalle forme sinuose intente a nuotare, un unicum nell’arte preistorica sahariana, magistralmente descritto sia nel romanzo che nel film.

Un itinerario ad hoc per scoprire il deserto occidentale egiziano con lo spirito avventuroso e pioneristico del conte Laszo Almasy è proposto dall’operatore  I Viaggi di Maurizio Levi: 15 giorni nel deserto con destinazione finale Gilf Kebir.  Info: tel. 02/34934528, www.deserti-viaggilevi.it

Spedizione complessa, degna di viaggiatori avventurosi con molto tempo da dedicare alla scoperta del mondo, è quella organizzata da Kel 12: 19 giorni  a tu per tu con l’oceano di dune disabitato, vallate sperdute, la depressione di Farafra e la sua oasi, il verde deserto Bianco. Info: tel. 02/2818111, www.kel12.it


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