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Da Trento al Brasile, per restare amici

Il nuovo film di Antonello Grimaldi sfrutta anche le location di Rovereto e Lugano.

Minerva
Cosa si può chiedere a un amico? E cosa si può arrivare a fare per amicizia? Alcune possibili risposte a queste - e altre - domande sono quelle che compongono la vicenda di Restiamo amici. Film con cui il regista di Caos Calmo Antonello Grimaldi torna ad adattare un testo letterario per il grande schermo. In questo caso del romanzo Si può essere amici per sempre di Bruno Burbi. E grazie alla collaborazione della Trentino Film Commission, fondamentale nella costruzione della storia, ampiamente ambientata tra le montagne del Nord Italia intorno a Trento.



Protagonista è Alessandro (Michele Riondino), pediatra di quarant'anni che vive con il figlio adolescente Giacomo. Da quando ha perso la moglie conduce una vita monotona e ritirata, fino a che un giorno riceve una telefonata dal Brasile: è Luigi, l'amico di sempre (Alessandro Roja) che gli chiede di raggiungerlo immediatamente. Alessandro parte subito, ma giunto a destinazione scopre che l'allarme lanciato è una menzogna e che in realtà Luigi ha architettato uno stratagemma  per impossessarsi di 3 milioni di euro. Il padre gli ha appena lasciato una grossa eredità vincolata, destinata a un nipote. Luigi però non ha figli. Quale sarà il suo piano?

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Sei settimane di riprese, tutte in Trentino, sono servite al regista per mettere in scena "un viaggio avventuroso in cui la vera scoperta è il valore dell’amicizia". "Ci piaceva ambientare qui la storia, proprio per marcare una differenza con Roma e le altre città nelle quali in genere si svolgono queste vicende", ha dichiarato Grimaldi sottolineando la versatilità delle affascinanti location del Trentino Alto-Adige che lo hanno ospitato dalla metà del novembre 2017.



Ricorrente, per ovvi motivi, il suggestivo Cimitero monumentale di Trento, dove facciamo subito la conoscenza di Alessandro e suo figlio. Prima che la macchina da presa, e l'intera vicenda, si spostino ad allargare il loro raggio… Sul panorama cittadino di Piazza Duomo e della Fontana del Nettuno, fin sulle montagne circostanti. Ma tutto cambia con il viaggio in Brasile, dove la troupe si è spostata anche in cerca di caldo. Non tanto di più di quello nostrano. come ammesso dallo stesso filmmaker: "Siamo stati fortunati a trovare un po’ di sole, e anche se siamo circondati dalle montagne non ci aspettavamo queste temperature".

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Ma le spiagge latinoamericane scorrono rapidamente fuori dai finestrini del taxi preso da Riondino all'aeroporto di Natal, una parentesi che non cambia l'anima della storia, profondamente italiana e montana… per quanto il regista abbia confessato di aver pensato alla saga dei tre Ocean's! Ma se alcune delle scene chiave - come quella del triplice inseguimento - si svolgono nella Lugano del notaio Brenner interpretato da Ivano Marescotti, la maggior parte dei set sono stati distribuiti tra Pergine Valsugana (tra città e ospedale), Sardagna (frazione raggiungibile con la funivia che prendono Riondino e Violante Placido), Riva del Garda (in Piazza Catena, via Fiume e varie vie del centro storico), Trento e Rovereto.



Nel capoluogo infatti sono anche il negozio di abbigliamento del Leo di Libero De Rienzo (Pretto di Via Paolo Oss-Mazzurana), la chiesetta gotica del XIII secolo dove gli ex compagni di scuola si 'riuniscono' (Sant'Apollinare), il Café de la Paix dove il protagonista cerca il figlio e lo splendido quartiere Le Albere, progettato da Renzo Piano, dove la Placido passeggia di fronte al Museo delle Scienze MUSE. Nella Città della quercia, invece, si svolge l'inseguimento dei due amici alla macchinina elettrica del loro 'concorrente'… Che inizia in Via della Terra, dove si suppone vivere la Marta Rossi di Sveva Alviti, e si conclude sul ponte Forbato di Santa Maria. "Non tantissimi - aveva risposto Grimaldi al Giornale Trentino che gli chiedeva degli scorci cittadini… - Bisogna un po’ cercarli, però sono belli". Come quelli scovati all'interno del Mart - Museo di arte moderna e contemporanea e della Biblioteca Civica G. Tartarotti in Corso Bettini, o di una villa privata in via dell’Acquedotto sfruttata per alcune scene.
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