Sono in molti a considerarla la spiaggia più bella del mondo, e osservando il magnifico colpo d'occhio creato dalla baia e dall'isola che la osserva e che, solo in certi momenti, la tocca timidamente, non si fa fatica a crederlo. La spiaggia dell'Isola dei Conigli di Lampedusa sembra un vero paradiso caraibico trasferitosi alle nostre latitudini e avere la fortuna di raggiungerlo in poche ore di viaggio rende quasi doveroso visitarlo almeno una volta nella vita. E non soltanto per ammirarne la bellezza o per immergersi nelle acque cristalline dai fondali irresistibili, ma anche scoprirne la natura incontaminata, caratterizzata da scenari mozzafiato e da una fauna estremamente variegata che hanno reso inevitabile il suo inserimento in un'area protetta, la Riserva Naturale Isola di Lampedusa, che ne tuteli la conservazione.
Situata a sud-ovest di Lampedusa, l'Isola dei Conigli è un vero capolavoro della natura che emerge a soli pochi metri dalla costa. Solo in alcune circostanze, di cui ancora non si sono riuscite a spiegare con precisione le cause, l'isola è rimasta unita alla baia attraverso un sottilissimo istmo, ma anche quando rimane completamente circondata dal mare può essere facilmente raggiunta camminando, visto che i fondali non superano il metro e mezzo di profondità.
Le origini del suo nome così particolare sono ancora incerte. In particolare sono due le teorie più accreditate che spiegherebbero perchè viene chiamata proprio Isola dei Conigli. Una fa riferimento ad un errata traduzione italiana che avrebbe erroneamente interpretato la parola Rabit, con cui l'isola veniva segnalata su una cartografia dell'ammiraglio Smith del 1824, confondendola con la parola inglese “rabbit”, che significa appunto coniglio, quando invece, con ogni probabilità, faceva riferimento ad un termine arabo che significa “legame” oppure “che lega” o “che collega”, attribuito forse proprio al sottile istmo che periodicamente la unisce alla costa. C'è, invece, chi sostiene che i conigli cui si fa riferimento siano quelli di una colonia formatasi sull'isola a seguito dell'approdo su di essa di alcuni esemplari giunti in uno dei periodi in cui era collegata alla spiaggia di Lampedusa.
Qualunque sia l'interpretazione corretta, il fascino di questo luogo rimane ugualmente unico. Con i suoi 26 metri di altezza massima e i suoi 4.4 ettari di estensione, l'isola rappresenta un vero e proprio habitat naturale, regno di gabbiani reali, di cui si contano circa 100 coppie, e di una particolare specie di lucertola, psammodromus algirus, diffusa soprattutto nell'Africa nord occidentale, in Paesi come Tunisia, Marocco e Algeria.
La baia da cui emerge l'isolotto non è meno affascinante. Proprio di fronte ad esso è possibile esplorare un arco sommerso estremamente variopinto e colonizzato da madrepore e spugne incrostanti tra le quali trovano rifugio vermi dal ciuffo bianco e gamberetti, mentre all'interno di piccole tane si nascondono murene e scorfani. Un vero paradiso per gli amanti delle immersioni che spingendosi un po' più in là hanno l'opportunità di esplorare un altro sito dal fascino unico: quello che custodisce la statua della Madonna del Mare, una scultura della Vergine col Bambino adagiata a circa 14 metri di profondità. Non bisogna allontanarsi molto per imbattersi in altre rocce ed anfratti che celano favolose creature sottomarine come polpi corvini e saraghi.
E poi, affacciata sulla baia, con le sue atmosfere caraibiche ed il suo fascino incontaminato, c'è lei. Una delle spiagge più belle dell'intero pianeta, una meraviglia dalle sabbie bianchissime e le acque trasparenti dalle sfumature più disparate del turchese e dello smeraldo, racchiusa da bianche formazioni granitiche ed affacciata sull'Isola dei Conigli. Qui, ogni anno, le tartarughe marine Caretta Caretta fanno tappa intorno alla fine di agosto per deporre le loro uova, offrendo uno spettacolo incredibilmente poetico ed affascinante. Per raggiungerla occorre affrontare un quarto d'ora di cammino su un sentiero molto impervio, ma la vista che si gode una volta a destinazione farà dimenticare ogni sforzo patito.