Grandi vedute urbane, interni, sacchi di cemento, bassi elettrici, calchi di dentiere sono al centro di “Nomi cose e città”, personale di Giorgio Ortona che resterà aperta al MACRO Testaccio fino al 15 gennaio 2017. Famoso per la sua innegabile passione per le palazzine, quelle romane in particolare, e soprattutto quelle poste fra centro e periferia, Giorgio Ortona è nato a Tripoli nel 1960, si è laureato in architettura all?Università di Roma. L'artista ha poi seguito un corso internazionale di pittura a Cadice sotto la direzione di Antonio López García. Nel 2011 ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia, nel Padiglione Italia e nel Padiglione della Repubblica Cubana.
Perchè andare
Curato da Gabriele Simongini, il percorso espositivo mette in scena una sorta di vertiginoso censimento di quel visibile metropolitano che costituisce il suo territorio di caccia prediletto. Una specie di ossessione classificatoria che richiama ludicamente, come dice il titolo della mostra, il gioco “Nomi cose e città” che era tanto in voga qualche decennio fa e che per il nostro artista è anche un irresistibile richiamo all’infanzia. Il nucleo centrale della mostra si basa su una serie di grandi vedute urbane dedicate alle palazzine romane ed ai cantieri.
Da non perdere
Nell'allestimento si realizza un coinvolgente cortocircuito dimensionale, poichè le opere esposte vanno dal formato cartolina a quello cinemascope. In una sorta di ideale giro d?Italia e poi del mondo, compaiono anche vedute, edifici e cantieri di Napoli, Palermo, Il Cairo, Kiev, Nuova Delhi, tutti simili ed anonimi come immagini di un mondo globalizzato ed omologato. Si tratta di un trionfo di un anonimato quotidiano che rende protagonista solo la pittura, una pittura meticolosa come quella di un pittore antico e fondata essenzialmente sul bisturi analitico e costruttivo del disegno.
Giorgio Ortona. Nomi Cose e Città
Fino al 15 gennaio 2017
Luogo: Macro Testaccio, Roma
Info: 060608
Sito: www.museomacro.org