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Please Come Back, mostra, Roma

A Roma la prigione come metafora del mondo

Al MAXXI, una mostra racconta il carcere come metafora del mondo e il mondo come metafora del carcere: tecnologico, iperconnesso e condiviso

Chen Chien-Jen 
Courtesy Chen Chien-Jen Studio
Chen Chien-Jen - People Pushing, 2007-2008
S'interroga sui confini della libertà, individuale e sociale, sulla progressiva erosione degli spazi personali e pubblici la mostra che fino al 21 maggio 2017 sarà visitabile al MAXXI. Si tratta di Please Come Back. Il mondo come prigione? una collettiva curata da Hou Hanru e Luigia Lonardelli che mette in luce le problematiche relative al controllo tipiche della società contemporanea. Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie digitali, l’avvento dei social network, l’utilizzo dei Big Data, hanno progressivamente e inesorabilmente cambiato la nostra società che assiste al crollo delle filosofie di condivisione sociale e urbana e all’instaurarsi di nuovi regimi che, in nome della sicurezza, ci spogliano, con il nostro consenso, di ogni spazio intimo e personale.
 
PERCHE' ANDARE
 
L’esposizione che prende il titolo dall’opera omonima del collettivo Claire Fontaine, una sorta di riflessione sulla società come spazio di reclusione e il modo inquietante in cui ne facciamo parte, presenta 50 opere di 26 artisti. Nella prima sezione sono protagonisti gli artisti che hanno fatto una esperienza diretta della prigione, sia perché sono stati reclusi, sia perché ne hanno fatto il soggetto del proprio lavoro. Tra questi ritroviamo Berna Reale, Harun Farocki e le interviste di Gianfranco Baruchello ai detenuti delle carceri di Rebibbia. Nella seconda troviamo le opere di quegli artisti che hanno compiuto una riflessione sulle prigioni che non possiamo vedere, sui regimi di sorveglianza, capaci di trasformare le città contemporanee in vere e proprie “prigioni a cielo aperto”, come Superstudio, Mikhael Subotzky, Lin Yilin e Rä Di Martino. Nella terza sezione protagonista è il tema della sorveglianza come “pratica organizzativa dominante”, fenomeno omnipervasivo nella nostra società dopo l’11 settembre 2001. Ecco allora, le opere di Jenny Holzer,  Simon Denny, Jananne Al-Ani, Zhang Yue.
 
DA NON PERDERE
 
La mostra è accompagnata da una serie di incontri, eventi, appuntamenti, che ne approfondiscono i temi fra cui una rassegna cinematografica che presenta 4 film che raccontano come il controllo sull’uomo si sia fatto nel corso degli anni sempre più stringente a causa della nuova comunicazione globale. Una riflessione sui temi della mostra è anche “Dalla Rimozione Alla Responsabilità. Gli spazi della pena oltre il carcere come istituzione totale”, giornata di studio ad aprile sull’architettura dellecarceri e sulle ripercussioni che può avere sui detenuti e sulla città, a cura di Luca Zevi, Consulente del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria per gli spazi della pena.
 
PLEASE COME BACK. Il mondo come prigione?
Fino al 21 maggio, 20
Luogo: MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Info: 06.320.19.54
Sito: www.fondazionemaxxi.it 
 
 
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