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Pompei Domus Orione Regio V

Pompei, svelato il proprietario della Domus di Orione

Una nuova scoperta lascia presumere che si trattasse di un tecnico esperto di topografia agraria

Strada di Pompei<br>
istockphotos
Pompei
PERCHÉ SE NE PARLA
Durante gli scavi nella zona chiamata Regio V di Pompei, presso la domus ‘di Orione’ sono tornati alla luce dei mosaici che hanno dato una nuova chiave di lettura alla casa stessa. Sarebbero indicativi di chi vi abitava, ovvero un agrimensore: si trattava di un tecnico altamente specializzato, esperto in topografia e misurazioni agrarie. Una figura molto importante al tempo. Gli studi in corso (a breve saranno pubblicati ufficialmente) hanno identificato nei simboli del mosaico alcuni disegni tecnici e una groma, ovvero lo strumento principale dell’agrimensore. Secondo gli esperti il gromatico era proprietario della domus, teoria avvalorata anche dalla presenza di mosaici a tema astronomico. Grazie a questi la casa è stata battezzata ‘di Orione’, ma in realtà si potrebbero riferire alla topografia: per un agrimensore la posizione delle stelle era molto importante, per misurazioni e orientamento. La figura dell’agrimensore nell’antichità è stata cruciale, e il lavoro di questi tecnici è rimasto ampiamente impresso nella topografia dei territori dell’impero romano.

PERCHÉ ANDARE
Regio V è un’area del sito archeologico di Pompei. Composta principalmente da domus, come la Casa di Giove, riccamente decorata, la casa delle ‘Nozze d’argento’, con uno degli atri più grandi mai rinvenuti nell’antica città, la casa di Lucio Cecilio Giocondo, splendidamente conservata. Ma se parliamo di bellezza delle decorazioni, è la casa di Marco Lucrezio Frontone quella da visitare, che presenta ancora un incredibile quantità di affreschi dai colori carichi e i dettagli ben visibili.

DA NON PERDERE
Non c’è qualcosa di preciso ‘da non perdere’ a Pompei: tutto il sito è una di quelle meraviglie da visitare una volta nella vita. Ma gli appassionati di questa antica città godranno a breve di una nuova, splendida visione: a febbraio riapre al pubblico la Casa del Frutteto, una delle più belle domus della via principale (via dell’Abbondanza) restaurata. Un minuzioso lavoro di recupero ha permesso agli affreschi – principalmente immagini naturalistiche - di ritrovare l’antico splendore. Questa domus sembra essere appartenuta a un commerciante di vino, perché numerose anfore sono tornate alla luce quando fu dissotterrata.

PERCHÉ NON ANDARE
Nuovi spazi aperti al pubblico ma anche nuove ondate di visitatori: Pompei è un sito che accoglie milioni di turisti all’anno. Per ovvie ragioni è quindi spesso affollato, non tanto all’interno (e comunque sì, c’è sempre molta gente), quanto alle biglietterie, ai punti di ristoro adiacenti, alle toilette, ai parcheggi. In alta stagione poi può diventare un incubo fare lo slalom tra le comitive. Insomma, è una delle meraviglie da vedere una volta nella vita, ma se siete allergici ai luoghi affollati, organizzatevi per visitarla in giorni ‘intelligenti’ (ovvero, quando fa freddo, e durante la settimana, lontano dalle vacanze).

COSA NON COMPRARE
Dato il carattere ‘erotico’ di alcuni affreschi a Pompei, i negozi di souvenir (e i venditori ambulanti) vendono ninnoli – calamite, portachiavi, statuine - di dubbio gusto che rappresentano falli giganti. Dovrebbero essere divertenti, ma in verità sono decisamente grossolani. E comunque a casa dove li mettereste?
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