Da sempre coltivate sui suoli fertili e vulcanici dell'incantevole isola siciliana, le lenticchie di Ustica sono le più piccole d'Italia e permettono di festeggiare l'arrivo del nuovo anno con la loro tenerezza ed il sapore genuino della zuppa tipica della tradzione locale con esse preparata.
LA TRADIZIONE Risale alla notte dei tempi la tradizione, sull'isola di Ustica, di coltivare lenticchie di qualità. Sul territorio meraviglioso di una piccola isola siciliana nascono questi minuscoli legumi che in quanto a dimensioni ridotte non hanno pari in Italia. Le tecniche di coltivazione sono quelle manuali di sempre, soltanto recentemente implementate con l'introduzione di una trebbia che facilita le operazioni di "spagliatura". Se oggi è ancora possibile assaporare questo piccolo tesoro della tradizione locale e, talvolta, trovarlo persino al di fuori dei confini della zona di produzione è anche grazie alla Fondazione Slow Food che ne ha scongiurato l'estinzione con un suo Presidio che in origine riuniva gli unici tre produttori presenti sull'isola, divenuti poi sei, e che oggi ha permesso il recupero di numerosi terreni abbandonati , ora coltivati a lenticchie.
LA DENOMINAZIONE Oltre ad essere divenute oggetto di interesse e tutela da parte della Fondazione Slow Food, hanno ottenuto il riconoscimento del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che le ha inserito nell'Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
LE CARATTERISTICHE Quelle di Ustica sono le lenticchie più piccole d'Italia. A renderli speciali è la loro prelibatezza e l'elevato livello di qualità garantito dalle particolari condizioni pedoclimatiche della zona di origine e dalle tecniche di produzione tutte naturali. Sono di colore marrone scuro, con delicate sfumature verodoline e si distinguono per la particolare tenerezza ed il sapore delizioso.
LA PRODUZIONE Il piccolo legume di Ustica viene ancora oggi coltivato con tecniche esclusivamente manuali e rispettose della natura e dell'ambiente che non prevedono l'utilizzo di concimi ed erbici. Persino le erbette infestanti vengono, infatti, rimosse manualmente con l'utilizzo di una zappetta. La semina viene effettuata nel mese di gennaio mentre il raccolto prende il via con la metà del mese di giugno. Le piantine vengono fatte seccare nel campo per poi essere sradicate e raccolte in covoni che vengono sistemati nell'aia e battuti.
LA CULTURA Non è passato molto tempo da quando le operazioni di spagliatura venivano ancora effettuate seguendo l'antico metodo impiegato mille anni fa e che consisteva nel calpestare le piantine con delle pietre trascinate da un asino e nel lanciarle, poi, in aria con un tridente in modo che i semi si separassero dalla paglia con l'aiuto del vento. Soltanto in epoca recente è stata introdotta una trebbia sull'isola per poter effettuare l'operazione in maniera più semplice e veloce.
IN CUCINA C'è un'altra peculiarità che cotraddisitngue le lenticcchie di Ustica ed è la loro capacità cuocersi rapidamente. Non occorre, infatti, tenere i legumi in ammollo prima della cottura per la quale, tra l'altro, bastano generalmente soltanto tre quarti d'ora. Oggi le lenticchie sono protagoniste di alcuni ottimi piatti tipici di Ustica, in particolare la zuppa arricchita con fave, verdure locali, finocchietto o basilico, e pasta e lenticchie preparata con gli spaghetti spezzati.
La ricetta. Zuppa di lenticchie usticese. Ingredienti: lenticchie di Ustica, cipolla, aglio, pomodorini, zucchine, patate, verdure di stagione, sale, olio extravergine di oliva, peperoncini, finocchietto selvatico. Lavate le lenticchie e sistematele in una pentola asssieme alla cipolla, all'aglio, ai pomodorini, alle zucchine e alle patate tagliate a cubetti e alle verdure. Aggiungete acqua fino a coprire tutti gli ingredienti, poi cuocete per 40 minuti o comunque fin quando le lenticchie si saranno ammorbidite.
IL TERRITORIO Pur condividendo la natura vulcanica con le vicine isole Eolie, Ustica non fa parte dell'arcipelago. Adagaiata tra Palermo e Alicudi, rappresenta un affascinante concentrato di testimonianze di epoche e civiltà differenti, oltre che di meraviglie paesaggistiche che le sono valse tutela e protezione mediante l'isitituzione di una Riserva Naturale Orientata e di un'Area Marina Protetta.
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