Bono è considerato uno dei maggiori centri del Goceano, situato a 540 m s.l.m., ai piedi del monte Rasu. Il suo territorio è ricco di testimonianze storiche, come le sei chiese medioevali conosciute come "sas cresias de su campu" e, non molto lontano dal centro abitato, i resti di un insediamento nuragico. La suggestiva cittadina in provincia di Sassari è caratterizzato da una grande varietà di paesaggi, estendendosi dalla valle del Tirso fino alla cima del Monte Rasu in un continuo alternarsi di pianure, colline e montagne.
I primi abitanti di Bono conoscevano la religione cristiana, ma fino all'800 si assisteva a un misto tra cristianesimo e paganesimo, di cui ancora oggi sono vive alcune delle usanze pagane. La Notte di Sant'Andria è una festa popolare di antiche tradizioni pagane legata all’antico culto di Bacco, Dio del vino, chiamato in sardo Sant’Andria. Un rito che ricorda la festa americana di Halloween ma, che ha le radici ben piantate nella tradizione dell'isola.
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Il 30 novembre di ogni anno come da tradizione tramandata di padre in figlio, i giovani del paese si procurano le zucche che, una volta svuotate dei semi e rese il più sottili possibile, vengono intagliate in modo tale da assumere sembianze di un volto umano. Una candela posta all'interno illumina la zucca. All'imbrunire, con la zucca appesa al collo, inizia il tragitto per le vie del paese, a bussare alle porte delle abitazioni. Al grido di Sant'Andria accompagnato dal suono di campanelle, si raccolgono offerte quali dolci tipici (passassini, tilicche), noci, caramelle e denaro.
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La Notte di Sant’Andria è un evento che l’amministrazione comunale si propone di difendere per valorizzare le tradizioni locali. La processione delle zucche intagliate inizierà nel pomeriggio, accompagnata da alcune degustazioni di zucca e caldarroste, ma già dalla mattina alle 10, il paese si animerà con stand di enogastronomia, arti e mestieri tipici bonesi e, dalle 15, con i laboratori di intaglio delle zucche. Prima della sfilata, alle 16, ci saranno ancora dimostrazioni dell’artigianato locale, con la preparazione e degustazione dello squisito “gattò bonesu”, una ricetta tipica a base di mandorle e dell’ “abbardente”, (il famoso Filu 'e ferru, ossia una grappa, un'acquavite di vinacce) curata dagli studenti dell’istituto agrario.
Dopo aver raccolto i dolci i giovani si ritrovano per concludere i festeggiamenti in una delle piazze del centro storico, dove vengono offerte a tutti castagne arrosto, provenienti dalla montagna di Bono, bibite ai più piccoli e vino locale ai più grandi. Una grande processione affolla e illumina le vie del paese fino al completamento della festa in cui le zucche vengono gettate in terra e distrutte.