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Romagna, la piadina è la regina dell'estate 

Con la sua tradizione lunghissima, il sapore delizioso e le ricche farciture, la piadina è uno dei simboli della cucina romagnola

piadina
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Piadina con squacquerone
Definita da Giovanni Pascoli «il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli», la Piadina romagnola è una sfoglia deliziosa dalla storia lunghissima che, da “pane dei poveri”, emblema della vita rustica e campagnola per eccellenza, l'ha vista trasformarsi in prodotto di largo consumo conosciuto ed apprezzato nel mondo.

LA TRADIZIONE
Le prime testimonianze della ricetta che, con ogni probabilità, rappresenta l'antenata della famosa Piadina risalgono all'epoca di Virgilio che nel VII libro dell'Eneide parla di una exiguam orbem, ossia un disco sottile che veniva abbrustolito e diviso in larghi quadretti. Sin da epoca antica la ricette della Piadina ha identificato e unificato la terra di Romagna rappresentando una importante fonte di sostentamento per le famiglie che vivevano nelle campagne. Nel corso del tempo la Piadina si è trasformata in un prodotto in grado di conquistare il palato proprio di tutti. Basti pensare che ha attirato l'attenzione di illustri esponenti della letteratura italiana, tra cui Marino Moretti, Aldo Spallicci (col suo nome ha intitolato la rivista di tradizioni romagnole La Piè da lui fondata nel 1920) e soprattutto Giovanni Pascoli, che la definisce il pane nazionale dei Romagnoli. Fino a un secolo fa, la Piadina veniva servita come sostituto del pane tra un'infornata settimanale e l'altra. Nel corso degli anni Settanta, poi, assieme alle piadine casalinghe si aggiunsero anche quelle di produzione artigianale e lungo la costa, specialmente nel riminese, si è diffusa, ritagliandosi un ruolo di una certa rilevanza, la Piadina Romagnola o Piada Romagnola alla Riminese che si distingueva per lo spessore sottile e la consistenza flessibile.

LA DENOMINAZIONE
La piadina romagnola/piada romagnola è stata registrata come Indicazione Geografica Protetta (anche nella variante “alla Riminese”) con il Regolamento 1174 del 24 ottobre 2014, pubblicato in data 4 novembre 2014 sullaGazzetta ufficiale dell’Unione Europea . L'attribuzione del marchio è il frutto di oltre dieci anni di sforzi profusi dal Consorzio di tutela e promozione della piadina romagnola.

LE CARATTERISTICHE
La piadina è una deliziosa sfoglia di farina di grano, strutto o olio d’oliva, sale e acqua. Il marchio IGP comprende due varianti di piadina: la classica, che ha un diametro compreso fra i 15 ed i 25 cm ed uno spessore fra i 4 e gli 8 mm, e la riminese che ha un diametro compreso tra i 23 ai 30 cm ma è più sottile, raggiungendo uno spessore massimo di 3 mm.

LA PRODUZIONE
Tradizione vuole che la piadina venga cotta su un piatto di terracotta, detto teglia (teggia in romagnolo). Oggi, però, è maggiormente diffusa la cottura su una lastra di pietra refrattaria chiamata “testo” (“test” in dialetto). Viene commercializzata fresca, oppure farcita e cotta sul momento presso i tipici chioschi chiamati piadinerie diffusi in tutta la Romagna, o, ancora, presso la grande distribuzione precotta e confezionata.

LA CULTURA
Le origini del nome della tipica specialità romagnola sono, ancora oggi, controverse. C'è, infatti, chi sostiene che derivi dal termine greco "platokis" (focaccia), ma anche chi, invece, afferma che sia legato al termine "piè o piès", che in dialetto romagnolo significa rassodarsi, oppure al nome dell'asse di legno sulla quale si appoggiano i prodotti da forno, chiamata “piàdena”.

IN CUCINA
La Piadina può essere gustata da sola in sostituzione del pane oppure farcita nei modi più svariati. Si sposa alla perfezione con salumi e carne, con verdure e formaggi o con ingredienti dolci, fondendosi in un delizioso tutt'uno con il suo ripieno.

PRODOTTI TIPICI E RICETTE DAL GUSTO ITALIANO

La ricetta. Piadina romagnola. Secondo il Consorzio gli ingredienti di base dell’impasto della piadina romagnola sono: Farina di grano tenero – Acqua q.b. – Sale q.b. – Strutto o olio d’oliva o olio evo – Agenti lievitanti (come il carbonato acido di sodio, difosfato o amido di mais).
Unire tutti gli ingredienti con l’acqua o il latte fino ad ottenere un impasto abbastanza sodo (non lavoratelo eccessivamente perché si potrebbero formare delle bolle durante la cottura), fare riposare per circa un’ ora coperto con uno strofinaccio pulito. Suddividere l’impasto in pagnottelle che, una volta distese con il mattarello (palo in legno lungo circa un metro e del diametro dai 3 ai 5 cm.), devono formare delle “piade” di circa 25-30 cm. di diametro. Lo spessore dipende molto dai gusti e può andare da due fino a cinque-sei millimetri (durante la cottura cresce). Ricordarsi di strofinare frequentemente il mattarello con della farina per evitare che l’impasto vi si attacchi. La piada deve essere cotta su di una teglia in ghisa o, ancora meglio, in terracotta sotto cui deve ardere un fuoco allegro perché la piadina deve essere cotta in fretta. Mano a mano che la cottura procede in superficie si formano delle bolle medio-piccole più cotte che conferiscono l’aspetto caratteristico. E’ bene “sforacchiare” entrambe le superfici della piadina con una forchetta per migliorare la cottura interna. Utilizzate un coltello lungo a lama larga per rigirare in senso orario e rivoltare spesso la piadina.

IL TERRITORIO
Ogni momento dell’anno va bene per visitare la Romagna grazie al suo territorio ricco di attrattive: nell’entroterra è quantomai vario il patrimonio naturalistico, storico e culturale, con Ravenna su tutti con i suoi ben 8 monumenti Patrimonio dell’Unesco; sulla costa le spiagge attrezzate, i locali notturni e le migliori discoteche d’Italia richiamano migliaia di visitatori che fanno del divertimento la motivazione principale delle proprie vacanze, soprattutto estive. E ovunque la rinomata enogastronomia che già di per se vale un viaggio in questa regione.
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