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Ragusa, la terra delle carrube

Sin da epoca antica la provincia di Ragusa è la più vocata alla coltivazione del carrubo

carrube farina frutto
©Mizina/iStock
Carrube
Antico e maestoso, il carrubo è un albero che caratterizza da sempre gli scenari della provincia di Ragusa e dona frutti ricchi di proprietà dai quali si ricava una farina adatta a preparare tantissime sfiziose ricette dai sapori iblei.

LA TRADIZIONE
Se alcune ricostruzioni attribuiscono l'introduzione del carrubo in Sicilia ai Greci e la sua diffusione agli Arabi, non mancano autori che, invece, assegnano tale merito alle popolazioni fenice che per prime colonizzarono l'isola giungendo dalle zone, come il Libano, in cui si ritiene che la pianta abbia avuto origine.Nel corso del XVIII secolo il carrubo aveva ormai trovato il suo ambiente ideale, specialmente nelle zone comprese fra le valli del Dirillo e dell'Anapo, nei territori, dunque, di Modica, Ragusa, Scicli, Comiso, Noto e Avola. A lungo il carrubo ha profondamente connotato i paesaggi iblei. E altrettanto a lungo ha rappresentato un'importante risorsa economica per le popolazioni del Ragusano. Il suo frutto, il carato, veniva usato come unità di misura dagli orafi e dona preziosi estratti utilizzati in ambito cosmetico, farmaceutico ed alimentare. Oggi è più raro ammirare i carrubi in terra iblea. La sua coltivazione è stata spesso sostituita con quella del bagolato che, sebbene venga talvolta confuso con il carrubo, è in realtà una pianta differente appartenente ad un'altra famiglia, quella delle olmacee.

LA DENOMINAZIONE
Il nome scientifico del carrubo è Ceratonia siliqua L. e deriva dal greco "keras", che significa corno, e dal latino "siliqua" con riferimento al tipo di frutto. Il nome comune deriva, invece, dal termine arabo kharrub.

LE CARATTERISTICHE
Il carrubo è una pianta sempreverde caratterizzata da un'elevata longevità. Può sopravvivere, infatti, fino a 500 anni ed in casi particolari persino fino a 1000. La fioritura comincia nei mesi di luglio-agosto e prosegue fino a dicembre mentre il frutto comincia a svilupparsi in primavera per giungere a maturazione in estate inoltrata. I fiori, dunque, impiegano circa un anno a trasformarsi in frutti maturi e quando i frutti vengono raccolti l'albero ha già sviluppato i fiori per la successiva fruttificazione. Il frutto è costituito da un baccello, detto "lomento" simile a quello del fagiolo, ma più grande e di colore marrone scuro contenente semi scuri, duri, tondeggianti e appiattiti. 

LA PRODUZIONE
La provincia di Ragusa è il territorio italiano maggiormente vocato alla coltivazione di queste piante. Basti pensare che questa zona della Sicilia dona circa il 70% della produzione nazionale di carrube dalle quali si ricava una farina impiegata per la preparazione di differenti ricette. I carrubi, inoltre, donano anche un particolare miele inserito nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della regione Sicilia.

LA CULTURA
Il progrissivo abbandono delle colture di carrubo rischia di avere ripercussioni negative anche sull'allevamento ovino e bovino nella zona. L'albero, infatti, che si presenta maestoso e dalle fronde ampie e rigogliose, veniva, infatti, utilizzato come una sorta di stalla all'apero potendo accogliere, nell'ombra che proietta fino a 15-20 vacche che spesso rappresentavano l'intera mandria di una masseria. Il frutto, inoltre, ricco di proprietà benefiche, veniva utilizzato per sfamare il bestiame.

IN CUCINA
Il principale utilizzo del frutto del carrubo in ambito alimentare è legato alla farina che se ne ricava che può essere impiegata per la preparazione di numerose ricette che spaziano dagli antipasti sino ai dolci.

TUTTE LE RICETTE REGIONALI D’ITALIA

La ricetta: Risotto alla carruba. Ingredienti: Riso gr. 500, Farina di carruba gr. 60, Noci grattugiate gr 60, Funghi porcini gr. 100, Panna da cucina gr. 100, Burro gr. 100
Soffriggere i funghi nel burro, aggiungere le noci grattugiate e la farina di carruba. Versare il riso nel soffritto e mescolare aggiungendo, poco alla volta, un litro di brodo. A cottura ultimata condire con la panna e servire su un piatto da portata spolverizzando il riso con un velo di farina di carruba. (ricetta tratta dal libro " Antiche ricette negli Iblei" – comune.ragusa.gov.it)

IL TERRITORIO
L'Altra Sicilia: cosi' Ragusa e' stata spesso definita da letterati ed artisti, politici ed economisti, perche' ha rappresentato e rappresenta un modello positivo di convivenza civile e di coesione sociale che la rendono diversa, e per molti versi migliore, rispetto agli abusati cliche' che connotano l'Isola nella comunicazione prevalente a livello nazionale e internazionale L'Altra Sicilia: cosi' Ragusa e' stata spesso definita da letterati ed artisti, politici ed economisti, perche' ha rappresentato e rappresenta un modello positivo di convivenza civile e di coesione sociale che la rendono diversa, e per molti versi migliore, rispetto agli abusati cliche' che connotano l'Isola nella comunicazione prevalente a livello nazionale e internazionale.
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