Nasce intorno al 1420 da famiglia toscana con il nome di Benozzo di Lese, ma ha conquistato la sua fama come Benozzo Gozzoli, appellativo datogli dal Vasari. Allievo di Beato Angelico, dopo aver lavorato anche alla decorazione del Duomo di Orvieto viene chiamato a Montefalco, splendida cittadina conosciuta come la Ringhiera dell’Umbria per lo strepitoso panorama che abbraccia numerose località circostanti. Fu qui che, dal 1450, ebbe come committenti principali i francescani, per i quali decorò inizialmente il Monastero di San Fortunato.
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A questa commissione seguì quella di Fra Jacopo da Montefalco che gli propose di realizzare gli affreschi per la chiesa del Convento di San Francesco, quella che oggi è divenuta una chiesa museo, che dovevano avere per tema l’identificazione tra San Francesco e Gesù. Il convento francescano di San Fortunato, oltre alla Madonna col Bambino in trono e angeli musici e un San Fortunato in trono circondato da angeli, purtroppo entrambi in stato frammentario, ospita sulla lunetta del portale d’ingresso la Vergine col bambino tra i santi Francesco e Bernardino. Benozzo fu anche incaricato di realizzare la preziosa pala che decorava l’altare maggiore, un dipinto su tavola raffigurante la Madonna della Cintola conservato alla Pinacoteca Vaticana, essendo stato donato nel 1848 dalla città di Montefalco a Pio IX. Chi si reca in questi mesi a Montefalco, però, ha l’opportunità di ammirare questo capolavoro nella sua città originaria, in quanto fino al primo gennaio prossimo la pala trova la giusta collocazione nella chiesa museo di San Francesco, prestata dalla Pinacoteca Vaticana per venire restaurata.
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Il capolavoro rinascimentale torna così dopo 167 anni a Montefalco: lo storico dell'arte Bernard Berenson afferma che "Benozzo sembra che abbia dimenticato il Paradiso celeste che gli aveva insegnato il suo maestro, il Beato Angelico, per raccontare quel paradiso che è il lembo di terra compreso tra Montefalco e Assisi", racchiudendo tutta la bellezza di questa parte d’Italia nel dipinto che rappresenta la visione artistica di quell’epoca. Inoltre risponde ai dettami di Leon Battista Alberti, secondo il quale una pala d'altare doveva essere semplice, quadrata, costruita in modo impeccabile e dipinta in un prodigio di colori. Nella parte superiore della pala, a fondo oro e con ancora la sua cornice originale, è rappresentata la Madonna circondata da angeli che porge, come prova della sua salita in cielo, la cintura a san Tommaso. Nella predella sono illustrati episodi della vita della Vergine in cui il Gozzoli, ancora una volta, seppe esprimere le sue grandi qualità di decoratore.
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