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Sicilia: Villa Palagonia, il volto eccentrico di Bagheria

Già nel Settecento veniva visitata da illustri viaggiatori che la consideravano il luogo più originale del mondo: scopriamo la sontuosa opera architettonica con i suoi mostruosi guardiani di pietra

Bagheria, Villa Palagonia
©Foto di Jpbazard Jean-Pierre Bazard - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons - 
Palermo, Bagheria: facciata di Villa Palagonia
Nel suo memoriale Viaggio in Italia Goethe descrive come ne rimase folgorato; Salvador Dalí dichiarò di volerla acquistare come suo ideale soggiorno per i periodi di villeggiatura in Sicilia; Renato Guttuso la definiva il luogo dei suoi giochi da bambino quando raccontava di contemplare le sculture e le rese omaggio con tre opere; Lattuada, Bellocchio, Castellitto e Tornatore l’hanno immortalata nei propri film. Ecco come una delle attrazioni più stupefacenti della Sicilia non si limita solo ad essere una villa eccentrica e sontuosa, ma ispirazione per tanti artisti che si sono  lasciati sedurre durante i secoli: Villa Palagonia, a Bagheria, ancora oggi è capace di regalare atmosfere magiche ai visitatori di tutto il mondo che arrivano in questa località nei pressi di Palermo.

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La sua costruzione ebbe inizio nel 1715 per volere di Don Ferdinando Gravina e Crujllas, V principe di Palagonia, e i lavori continuarono sotto il suo omonimo discendente, fino al completamento nel 1749 quando si presentò come un originale complesso monumentale decorato e arredato in modo tale che venne subito conosciuta come la Villa dei Mostri, data la presenza delle statue in pietra raffiguranti animali fantastici e figure antropomorfe accanto a statue di dame e cavalieri, musicisti e varie caricature. La Villa si apriva, in realtà, a ridosso del Corso Umberto, esattamente all'altezza dei due pilastri oggi completamente inglobati nella trama urbana della città, che ne segnano tuttora l'antico arco trionfale d'ingresso: da qui partiva il lungo viale adornato da quella fitta schiera di statue mostruose scolpite in calcarenite, delle quali, attualmente, ne sopravvivono sessantadue, ma che in origine erano circa 200. Nel 1885 la villa venne acquistata da privati, che ne sono tuttora in possesso, ed è parzialmente aperta al pubblico.

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Molto particolare è lo scalone a doppia rampa, realizzato in pietra calcarea, sotto il fastoso principesco stemma della famiglia Gravina. Al piano nobile si accede da un vestibolo ellittico fatto affrescare con scene raffiguranti le fatiche di Ercole, in omaggio al nuovo gusto di fine settecento, e sulla destra si apre la Galleria o Sala degli specchi, con il soffitto interamente ricoperto da specchi e dipinti raffiguranti una balaustra con sovrastante cielo e fantastici uccelli. Le pareti di questa grande sala sono adornate con finissimi marmi, vetri colorati e altorilievi marmorei rappresentanti il fondatore della villa e il nipote committente dei mostri con le rispettive mogli, mentre sul pavimento si ammira un accurato disegno in marmo policromo del Settecento siciliano. Dall’ampio salone si accede alla sala della cappella; di fronte ad essa si giunge nella sala del biliardo e sui lati si trovano gli appartamenti privati della villa, oggi non visitabili, che sono costituiti da varie stanze una dentro l’altra.

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