Scopri cosa sapere sull'alabastro di Volterra
Lavorazione dell'alabastro a Volterra
Le meraviglie di Palazzo Viti
Sempre in Via dei Sarti si trova anche Palazzo Viti, oggi casa museo, che ospita al suo interno anche il Teatro Persio Flacco. Nel palazzo sono visitabili 12 sale dove i visitatori si possono fare un’idea della personalità di Giuseppe Viti grazie ai molti “souvenir” dei suoi viaggi commerciali: oggetti in ambra, avorio, miniature cinesi e indiane, oltre a bellissimi pezzi in alabastro, fra cui i due monumentali candelabri eseguiti per Massimiliano d’Asburgo. Viti è uno dei personaggi più importanti della Volterra ottocentesca in quanto fu un esponente di quel movimento, unico in Italia, che gli storici locali definiscono dei “Viaggiatori dell’Alabastro”, che permise il rifiorire della città a livello economico. Nato in una famiglia benestante di alabastrai nel 1816, già a soli otto anni fu condotto dal padre negli Stati uniti. Fu il primo di una serie di viaggi che lo portarono a godere di fama e ricchezze grazie alla commercializzazione dell’alabastro, tanto che nel 1850 riuscì ad acquistare il bel palazzo fatto erigere dal nobile volterrano Attilio Incontri e che in seguito venne infatti conosciuto anche come Palazzo Incontri-Viti.
La Sala da Ballo
Le sale sono ancora arredate con pregevoli arredi d’epoca che vanno dal XVII al XX secolo, opere pittoriche, fra cui si annoverano autori come Giusto Sustermann, Vittorio Corcos, Lucia Anguissola e altri, oltre a ricche collezioni di ventagli e porcellane tra cui spicca una bellissima raccolta di tazze da brodo per puerpera delle maggiori manifatture italiane ed europee. Tutto è accolto in ambienti ancora magnificamente affrescati con decorazioni a “finto parato” e bellissimi soffitti, decori che risalgono alla seconda meta’ dell’Ottocento. Visitare queste sale significa immergersi totalmente nelle fiabesche atmosfere dei tempi passati, considerando anche che tutto è rimasto come lo hanno visto, nel corso dei secoli, i personaggi illustri che vi furono ospitati. Tra gli altri che ne rimasero incanti ci fu anche Luchino Visconti, che scelse Palazzo Viti come set del film Vaghe Stelle d’Orsa, con Claudia Cardinale e Jean Sorel, vincitore del Leone d’Oro al Festival cinematografico di Venezia.
La Sala Biblioteca
Il soggiorno del Re d'Italia
La decorazione degli interni venne completamente rifatta per la visita di Vittorio Emanuele II che dimorò nel palazzo per un paio di giorni nel 1860 ed anche l’arredamento fu rinnovato secondo i gusti e lo stile dell’epoca, integrandolo con una collezione di oggetti d’alabastro provenienti dalla Fabbrica Viti, collezione che è praticamente unica nel suo genere. La camera da letto del primo re d’Italia non è stata cambiata da allora: le cortine del letto e la tappezzeria sono ancora quelle originali e l’arredamento, tipico di una camera di rappresentanza, è composto da varie seggiole, due comodini, un armadio ed un letto a baldacchino stile Luigi Filippo. Al centro della sala ed ai lati i tre bellissimi tavoli d’alabastro intarsiato, considerati i più belli della collezione di Viti. La facciata dell'edificio, attribuita all’Ammannati, costituisce un raro e pregevole esempio dello stile di transizione fra il Rinascimento e il Barocco, poiché anticipa molti elementi del secondo, con la ricchezza e la grandiosità dei bugnati, senza perdere la plastica armonia degli edifici rinascimentali. Il palazzo presenta un fronte strada di circa quaranta metri, per una profondità di sedici, con due ali incompiute, e una parte è ancora oggi abitata dai discendenti della Famiglia Viti.
La Camera del Re, dove soggiornò Vittorio Emanuele II
Palazzo Viti fa parte dell’Associazione Nazionale Dimore Storiche.
L’Associazione Dimore Storiche italiane, Ente morale riconosciuto senza fini di lucro, è l’associazione che riunisce i titolari di dimore storiche presenti in tutta Italia