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Ragusa ricette pasquali

Ragusa tra barocco e tradizioni pasquali

Scorpacciata di arte barocca e di ricette tipiche: ecco Pasqua a Ragusa

Ragusa di notte
©iStockphoto
Scorcio di Ragusa di notte
Situata nel bel mezzo della Val di Noto, Ragusa è uno scrigno di tesori riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, tappa imprescindibile per chi abbia voglia di scoprire il barocco siciliano. Nonostante sia stata colpita dal terremoto del 1693, la sua bellezza è rimasta tale: la città venne ricostruita e divisa in due, Ragusa Superiore e Ragusa Ibla, ovvero la parte moderna e quella antica, quest’ultima edificata secondo quello che era l’impianto originario del Medioevo. Ecco, quindi, che si susseguono i labirintici quartieri, i suggestivi scorci da cartolina, le panoramiche scalinate, le chiese e i palazzi. Il pittoresco quartiere di Ragusa Ibla offre quel fascino decadente che sorprende ad ogni passo nel dedalo di vicoli. Dal sagrato della Chiesa di Santa Lucia è possibile ammirare Ibla da un’insolita angolazione, con la vallata verde che si allarga tutto intorno e che regala vedute da cartolina a ogni passo. Eretta nel 1550, venne ristrutturata due secoli dopo con elementi barocchi e con l’aggiunta della Cappella Maggiore e un grande arco. 



Proseguendo nella discesa verso Ibla ci si trova in una piazzetta particolarmente pittoresca, sulla cui sinistra si erge il maestoso e scenografico Palazzo della Cancelleria, uno dei gioielli del barocco ileo, con alla spalle la Chiesa della Madonna dell’Itria. il cui culto è antichissimo. Il Duomo di San Giorgio si presenta con la sua splendida la facciata, la monumentale cupola e l’originale Portale gotico-catalano, risalente al Quattrocento, mentre la Cattedrale di San Giovanni Battista, altra celebre chiesa della città che si trova a Ragusa Superiore, si offre al visitatore in uno stile tardo barocco e la facciata monumentale: a caratterizzarlo sono anche le colonne esterne, gli orologi solari, il campanile del Settecento e il bellissimo colpo d’occhio che regala su Ragusa Ibla.  Tra gli edifici storici spiccano Palazzo Nicastro, conosciuto anche come Palazzo della Cancelleria, collocato lungo la Salita del Commendatore; Palazzo Cosentini, Palazzo Bertini, Palazzo Zacco e molti altri. 



E dopo una scorpacciata di arte vale la pena accontentare anche lo stomaco con una delle tante ricette tipiche che si preparano durante i periodi di festa. A Pasqua sulle tavole ragusane non possono mancare scacce, ‘mpanate pastizzi e pastieri seguiti dalla cassata al forno. La scaccia è la specialità ragusana più nota e apprezzata: si tratta di un piatto molto antico, di origine contadina, semplice e particolarmente gustoso. E’ un rustico simile ad un focaccia ripiena il cui condimento può variare, in genere, di tre tipi. Ecco quindi scale al pomodoro e cipolla, ricotta e salciccia e pomodoro e melanzana. Oppure ripiene di prezzemolo e alici, ricotta e cipolla, patate e pomodoro e formaggio. Una delle caratteristiche di questa specialità è la possibilità di prepararle secondo i prodotti di stagione e le proprie preferenze, ed è quindi una ricetta che subisce diverse variazioni di famiglia in famiglia. Con lo stesso impasto si preparano anche le ‘mpanate e i pastizzi. La pasta è uguale, ma quest’ultime differiscono per forma, metodo di preparazione e per i condimenti. Le ‘mpanate sono ripiene di carne, soprattutto agnello, tacchino, pollo, o di pesce come seppie e baccalà, mentre i pastizzi hanno un ripieno di verdure tra cui broccoli, patate, topinambur, spinaci selvatici.



Della grande famiglia di ‘mpanate e pastizzi fanno parte anche i pastieri, piccoli vulcanetti ripieni di carne o interiora e cotti al forno. Questo rustico è tipico del pranzo pasquale e la ricetta originale prevedeva l’utilizzo di interiora di agnello o capretto, mentre oggi è diffusa la preparazione con carne di vitello o d’agnello. Cè poi la cassata al forno, un dolce semplice a base di ricotta, anche questo tipico del periodo pasquale, antenata meno nota della famosa cassata siciliana. Si presenta simile ad un piccolo cestino di pasta che contiene una crema di tuma e ricotta addolcita con zucchero e aromatizzata con cannella e cioccolato. La sua origine è piuttosto antica: furono i Greci i primi a preparare un dolce di ricotta addolcita con il miele che, in epoca Romana, venne avvolto in una sfoglia di pasta di pane e cotto al forno. Questa nuova variante prese il nome di caseatus o caseata, da cui deriva probabilmente il nome di cassata. La prima cassata siciliana era ben diversa dalla versione attuale, che subì diversi cambiamenti durante il periodo normanno, sotto la dominazione spagnola e in epoca barocca.
 
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