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Eremo Santa Caterina Sasso Lago Maggiore

Il monastero sul lago, l'Eremo di Santa Caterina

A strapiombo sul Lago Maggiore, uno degli eremi più pittoreschi d'Italia

Santa Caterina del Sasso
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L'Eremo di Santa Caterina del Sasso
Ritiri spirituali, nei quali dedicarsi solo alla preghiera e al lavoro, creando piccole comunità autosufficienti: i monasteri sorgono spesso in luoghi isolati, e non di rado si trovano in località addirittura impervie. Proprio per questo, sono sovente luoghi suggestivi e di grande bellezza. In Italia sono numerosi i monasteri arroccati su alture e incastonati nelle rocce, quasi mimetizzati con la montagna che li ospita, da secoli. È il caso dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso, monastero la cui location è a dir poco spettacolare. Si trova infatti abbarbicato su uno strapiombo a picco sul Lago Maggiore.
 
Non è tanto l’altezza, quanto la sensazione che il complesso sia ‘attaccato’ alla parete rocciosa con una sospensione quasi magica, a renderlo speciale. Man mano che ci si avvicina all’Eremo di Santa Caterina ci si rende conto della perfetta integrazione tra roccia ed ingegno umano, che diventa ancor più sorprendente se si considera che la parte più antica dell’edificio risale al XII secolo. Secondo la tradizione, fu un ricco mercante – Alberto Besozzi – a fondare il monastero: scampato ad un nubifragio mentre attraversava il Lago Maggiore, avrebbe trovato la salvezza in questo tratto di costa, decidendo di ritirarvisi in eremitaggio. Il mercante fece realizzare una cappella dedicata a Santa Caterina d’Egitto, che, nel tempo, fu implementata da due chiese. I frati domenicani che qui si sistemarono nel secolo successivo ampliarono ulteriormente l’eremo, così come i Carmelitani insediatisi nel 1770.
 
Curiosamente, il nome completo del complesso è Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro. Questo perché nel 1700 avvenne un fatto piuttosto prodigioso: dalla parete di roccia si staccarono dei grossi massi che precipitarono sull’edificio. Ma anziché danneggiarlo, si ‘poggiarono’ sulla cappella originaria incastrandosi, in uno stato di semi-sospensione, arrecando danni minimi alla struttura. Per due secoli i sassi ‘ballerini’ rimasero lì, ma nel 1910 furono rimossi. Attualmente il monastero è gestito dall’ordine dei Francescani, e lo si può visitare tutti i giorni della settimana. Di recente è stato implementato un servizio di ‘ascensore nella roccia’ per chi ha problemi di mobilità. 
 
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