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Casoli, sorprese nel borgo del chietino

Dalla cime di un colle che domina la Valle dell'Aventino il borgo abruzzese è celebre per le olive

Panorama di Casoli
©iStockphoto
Veduta panoramica di Casoli
La Valle dell’Aventino è una delle zone meno note dell’Abruzzo, e per questo ancora più affascinante: circonda la Maiella Orientale ed offre una vasta gamma di opportunità per esperienze outdoor tra cui rafting, spettacolari escursioni tra ruderi, gole e grotte ma anche la scoperta di piccoli borghi che sanno rivelare sorprese. E’ il caso di Casoli, in provincia di Chieti, formato da un gruppo di case arroccate su un colle da cui lo sguardo si perde tra il massiccio della Maiella e il bacino artificiale noto come il lago Sant’Angelo, considerato uno dei più belli dell’Abruzzo. La zona è stata abitata sin dai tempi antichi, come attestano alcuni scavi dove sono state rinvenute tracce romane di un anfiteatro, acquedotti ed alcuni edifici che formavano l’antica Cluviae, centro abitato fino all’arrivo delle invasioni barbariche nel IV secolo d.C. e poi evacuato, fino a quando la popolazione si rifugiò sulla vicina collina dove nacque la località Casulae, che i Longobardi trasformarono in un castrum, un accampamento provvisorio. L’antico borgo Casula venne assoggettato all’Abbazia di Montecassino, divenendo poi feudo, in quanto venduto a svariate famiglie tra cui gli Orsini, i Colonna e i Carafa. I secoli successivi videro avvicendarsi l’occupazione francese e il susseguirsi di cruenti fenomeni come quello del briganteggio, che portarono molti giovani ad emigrare. Fu solo dopo il secondo conflitto mondiale che Casoli riesce a trovarsi in una situazione di rilancio sociale, economico ed urbanistico trovando una sua propria identità.

Veduta di Casoli dall'alto: il centro storico con il castello

Scoprire il borgo
Dal punto di vista architettonico ci sono diverse attrazioni, come la Chiesa di Sante Reparata, all’inizio di Corso Umberto I che, nonostante sia stata danneggiata dai bombardamenti del 1943 venne ricostruita in parte rispettando le originarie proporzioni: se la facciata è moderna il portale è quello antico rimontato sul prospetto frontale, mentre l’interno a tre navate vede diversi altari importanti, la settecentesca statua della Santa Patrona, pregevoli dipinti come il trittico di Antonio di Francesco di Tommaso da Fossombrone. Altro edificio di culto di spicco è la Chiesa di San Rocco, su Corso Vittorio Emanuele, che vanta una facciata in stile neoclassico e decorazioni barocche sparse al suo interno. Alla Parrocchiale di Santa Maria Maggiore, in posizione centrale, si accede tramite una doppia scalinata che porta all’ingresso principale: l’interno custodisce diverse opere d’arte che vanno dal Cinquecento all’Ottocento. Passeggiando per il centro sfilano palazzi antichi e parte della cinta muraria, imbattendosi nel Monumento ai Caduti di tutte le guerre, scolpito da Oscar Laura Bernabeo nel 1954, e nel Monumento all’Emigrante datato 2005, opera di Vito Bucciarelli. Palazzo Travaglini- De Vincentiis vanta slanciate finestre, lunghi balconi e una coppia di portali in pietra che ne ornano l’ingresso; Palazzo Tilli, del Settecento, si presenta con una corte quadrangolare interna molto elegante. Suggestivi anche Palazzo Ricci e Palazzo De Cinque, Casino Rancitti e l’ex Palazzo Comunale. A vivacizzare il tutto anche i variopinti murales che decorano arredi, muri ed angoli del centro storico, come si può vedere nella foto sotto. 

Murale che decora una casa del centro di Casoli

Il Castello di Casoli
Da visitare è il Castello Ducale, sorto in epoca rinascimentale, dove anche il poeta D’Annunzio talvolta soggiornava e a testimonianza di questo è presente una stanza che porta il suo nome. Posto in cima all'abitato, su di un colle alla destra del fiume Aventino da cui domina la sottostante valle fluviale con il lago Sant’Angelo e le colline circostanti, lega la sua storia al feudo che prima fu degli Orsini, dal 1369 al 1489, sotto cui si fa risalire l’attuale costruzione, e che divenne in seguito possedimento della Famiglia D'Aquino. Il nucleo originario del complesso fortificato è rappresentato dall'alta torre pentagonale, eretta per ragioni difensive. Il blocco residenziale del castello, che si sviluppa attorno ad un cortile, è caratterizzata dalle ampie finestre che ne accentuano la natura di palazzo nobiliare e da un elegante coronamento costituito da mensole in mattoni che reggono archetti acuti. Oggi è una residenza signorile proprietà del comune dichiarato Monumento Nazionale. L’elegante Stanza del Silenzio ospita la mostra permanente sui protagonisti del Cenacolo Abruzzese, ed altre stanze interessanti sono la Sala Pascal in onore del politico Pasquale Masciantonio e la Sala Lionel Wigram, Maggiore dell’esercito inglese protagonista della costituzione della Brigata Maiella. 

Scorcio del Castello di Casoli

Le olive di Casoli
Famosa è l’olivicoltura che presenta una varietà di olive molto prelibata, l’Oliva Intosso di Casoli. Il particolare nome di questa varietà deriva dal fatto che, per poter essere mangiate, le olive dovevano essere addolcite, ovvero “ndosse, curate nel ranno e poi nell’acqua pura”. Le olive hanno frutto di forma ellittica con piccolo rilievo apicale, dimensione media e un peso che oscilla intorno ai 3, 4 grammi. I frutti sono lavati diverse volte e poi posti a fermentare in una soluzione salina per una decina di giorni. Le piante di intosso sono sparse qua e là, in alcuni comuni della fascia pedemontana della Maiella, ma in particolare caratterizzano il paesaggio agrario unico del piano di Laroma, nel comune di Casoli, un’area con terreni ricchi di ghiaia calcarea. L’olio extravergine di intosso si caratterizza per un fruttato verde intenso di erba tagliata e carciofi appena raccolti, per il sapore potente, con l’amaro e il piccante in armonia e note di pepe verde, noce fresca e, in alcuni casi, foglia di pomodoro.
 
Le olive intosso di Casoli
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