E’ il simbolo della città di Campobasso, monumento nazionale, e secondo alcuni studiosi fu edificato per volere del conte Nicola II dei Monforte Gambatesa nel 1459, per questo è comunemente chiamato Castello Monforte. Il maniero del capoluogo molisano, però, secondo altri è di origine normanna costruito in pietra per sostituire una torre lignea longobarda. Qualunque ne sia l’origine,fa ancora oggi bella mostra di se sovrastando la cima del monte della città, presentandosi come un massiccio quadrilatero con torrioni circolari posti agli spigoli e con una gran torre rettangolare, il mastio; le poche finestre, di forma quadrata, si collocano ad uguale distanza e i muri terminano con merli guelfi.
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L’interno si offre agli occhi piuttosto scarno, con un grande spazio vuoto chiuso dai muri dove sono visibili le divisioni in piani e le tracce delle scale. La sala coperta, che nel 1937 era sacrario per i caduti in guerra, ospita diversi pregevoli lavori in ferro battuto. Interessanti sono i sotterranei, con le carceri, dove viveva il carceriere con la famiglia. Da una rampa di scale dove si possono vedere le feritoie si arriva al terrazzo da cui si gode uno straordinario panorama e da cui si accede al mastio sul quale è installata la stazione metereologica dell’Aviazione Italiana posta a 870 metri sul livello del mare. Particolarmente suggestivo è percorrere il sentiero che arriva al castello per visitare le chiese più antiche della città che qui si affacciano. All'entrata del castello si può ammirare lo stemma della famiglia Manforte, identico ad altri due di cui uno, datato al 1459, è collocato presso una delle porte urbiche, quella di San Antonio Abate, mentre l'altro, di incerta provenienza, attualmente si trova collocato nel municipio e raffigura in una cornice quadrilobata uno scudo con croce e quattro fiori.
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Ad accompagnare il visitatore alla scoperta del Castello di Campobasso alcune credenze popolari: si dice, ad esempio, che uno dei locali delle segrete sia stato la sala delle torture e che da qui partiva un passaggio segreto, oggi murato, che scendeva lungo il fianco della collina arrivando sin fuori il borgo. Un'altra leggenda afferma che passando per una porticina posta sul lato nord del castello si potesse accedere ad un altro sottopassaggio, che collegava l'edificio ad una collina, chiamata tutt'oggi di San Giovannello, che si trova fuori dal centro cittadino: questo era un sottopassaggio che serviva come via segreta per una eventuale fuga dal nemico.
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