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Vercelli Chiesa di San Cristoforo affreschi di Gaudenzio Ferrari

Vercelli, la chiesa capolavoro di Gaudenzio Ferrari

La città piemontese ha molte attrazioni da scoprire: tra queste il ciclo di affreschi di uno dei più grandi pittori italiani del Cinquecento, rimasto ai margini della storia rinascimentale

San Cristoforo, dettaglio affresco<br>
© Wikipedia
Dettaglio degli Angeli Musicanti, Madonna degli Aranci
Troppo poco spesso si pensa a Vercelli per un itinerario di visita, eppure la città piemontese ha numerose attrazioni. Solo passeggiando nel centro storico, circondato da viali che corrispondono alle antiche mura medievali, si possono ammirare le case che risalgono al XII e XV secolo. Tra i monumenti da non perdere un ruolo di primo piano l’hanno la Basilica di Sant’Andrea, monumentale chiesa romanico gotica con l’annessa abbazia cistercense; il Duomo dedicato a Sant’Eusebio, con il campanile rimasto unico elemento dell’edificio medievale; il Palazzo dell’Arcivescovado, al cui interno sono ospitate opere di pittori vercellesi.

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Chi si trova a passare per Corso Libertà farebbe bene a fermarsi anche presso la Chiesa di San Cristoforo, edificata nel XVI secolo e rimaneggiata durante il Settecento. E’ qui che si trovano alcuni importanti cicli di affreschi eseguiti tra il1529 e il 1534 da Guadenzio Ferrari, il grande scultore e pittore italiano già noto per gli affreschi e le statue di terracotta del Sacro Monte di Varallo. E’ proprio grazie alle opere del Ferrari che  la Chiesa di San Cristoforo si ritaglia un posto particolare nella storia dell’arte: esse infatti rappresentano uno dei punti più alto della produzione pittorica dell’artista. La sua prima committenza per questa chiesa avvenne il 27 giugno 1529, quando sottoscrisse l’incarico di dipingere la pala che assunse il titolo di Madonna degli aranci: rappresenta la Vergine con accanto il Bambino, attorniata dai santi Cristoforo, Giovanni Battista, Nicola da Bari e due religiosi. Ai piedi della Vergine, la cui dolcezza dello sguardo e la sua stessa postura mostrano influenze leonardesche, sono seduti due angeli musicanti, dall’espressione particolarmente vivace: quello di destra è provvisto di un liuto rinascimentale, quello di sinistra regge un altro strumento ad arco che pare sia la prima rappresentazione di un violino, a testimoniare la cultura musicale di Gaudenzio.

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Altro importante esempio della sua bravura lo possiamo vedere negli affreschi della Cappella della Maddalena: sulla parete sono narrate ad affresco una serie di episodi significativi della vita di Maria Maddalena, complesse vicende raffigurate in quattro grandi riquadri che devono essere osservati da sinistra a destra dall’alto verso il basso. Ecco dunque La Predica di Cristo, con il Messia che si rivolge agli Aspostoli; La Cena in casa di Simone, con Maddalena prostrata sotto il tavolo intenta ad asciugare con i capelli i piedi di Gesù; il Battesimo dei principi di Marsiglia, che rappresenta uno dei punti più evoluti della pittura di Gaudenzio Ferrari, e L’Ascensione della Maddalena.

Sulla parete a fianco si ammira la grandiosa Crocifissione, scena ad alto tasso di drammaticità, dove il pittore ha dovuto sviluppare una tecnica prevalentemente verticale restringendo il campo in cui raffigurare i tanti personaggi che assistono al supplizio del Messia, ma con un risultato quanto mai positivo. Nella parte opposta si trova la Cappella della Beata Vergine, simmetrica a quella della Maddalena, dove gli affreschi hanno la stessa impaginazione. Il punto più elevato del ciclo pittorico è però L’Assunzione della Vergine, con la composizione che si snoda su due piani, quello terreno con il gruppo degli Apostoli soprafatti di stupore e quello celeste con la Vergine trasportata in cielo da un nugolo vivace di angeli ed incoronata da Dio Padre.

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Interprete genuino della spiritualità popolare, Ferrari è spesso rimasto ai margini della storia rinascimentale, probabilmente per motivi di carattere geografico, poichè esercitò la professione artistica soprattutto nel Ducato di Milano. Rimase ancorato ad una visione strettamente cristiana dell’arte e della vita, accettando solo di lavorare su soggetti di carattere religioso. Le opere di San Cristoforo presentano una straordinaria coesione stilistica e poetica, equilibrata nell'invenzione, composta su parziali citazioni e su felici spunti autonomi che rendono la chiesa un vero capolavoro.

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