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Italia anfiteatri romani

Tra gli anfiteatri romani più belli d'Italia

Sono diversi i simboli della magnificenza e del fascino dell'Impero Romano

L'anfiteatro romano di Lecce
©iStockphoto
Lecce: Piazza Sant'Oronzo con l'anfiteatro romano
Nell’antichità classica l’anfiteatro veniva usato per i giochi dei gladiatori e per gli scontri tra gladiatori e animali come tigri, leoni, orsi, coccodrilli, rinoceronti. I tre anfiteatri romani più grandi del mondo sono il Colosseo, in assoluto il più noto, l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, secondo per dimensioni al Colosseo ma costruito prima di esso, e l’Anfiteatro di El Jem, in Tunisia. In Italia sono diversi, più o meno famosi, simboli della magnificenza e del fascino dell’Impero Romano. Quello di Catania si trova sotto il manto stradale ed una parte dei resti è visibile al centro di Piazza Stesicoro. La data di costruzione è incerta: si presuppone sia stato completato durante il II secolo d.C. e già al tempo di Teodorico versava in stato d’abbandono tanto che i catanesi chiesero all’imperatore di poterne utilizzare le pietre come materiale di costruzione. Nonostante sia circondato da moderni palazzi si percepisce la sua grandiosità attraverso i resti delle mura visibili. A Verona l’Arena è, assieme alla casa di Romeo e Giulietta, il simbolo cittadino. Può contenere circa 20 mila persone, che si ritiene fosse l’intera popolazione della città nel I secolo d.C., periodo a cui risale la sua costruzione con la tipica pietra della Valpolicella in tutte le sue sfumature di rosso e di rosa.

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Dell’Anfiteatro romano di Siracusa rimane oggi solo la parte scavata direttamente nella roccia perché tutto quello che era costruito in blocchi di pietra venne smantellato dagli spagnoli nel XVI secolo per le fortificazioni dell’Isola di Ortigia. Al centro dell’arena uno scavo rettangolare, coperto nell’antichità, conteneva i macchinari usati per gli spettacoli. I visitatori possono percorrere l’anello superiore da un capo all’altro. Nel Parco Archeologico di Pompei l’Anfiteatro, costruito nel 70 a.C., è uno tra gli antichi e meglio conservati: la cavea è divisa in tre settori, con la prima fila per i cittadini importanti, la media e la summa, più in alto, per gli altri. Sull’asse maggiore dell’arena si aprivano due porte, una che introduceva la parate dei partecipanti ai giochi, l’altra per portare via i corpi o i feriti. Anche Pozzuoli vanta la presenza di un bellissimo anfiteatro, collocato nei pressi dell’incrocio delle strade provenienti da Napoli, da Capua e da Cuma. A differenza di altri edifici era destinato anche ad altre attività della vita urbana: c’erano infatti luoghi di culto e sedi di molte associazioni professionali nelle gallerie sotto l’ambulacro esterno. Particolarmente suggestivo è visitarne i sotterranei per capire la complessa organizzazione dei servizi per il funzionamento degli spettacoli.

L’anfiteatro romano di Lecce, a Piazza Sant’Oronzo, per molto tempo è rimasto sepolto sotto le sue sete macerie e venne scoperto per caso solo nel 1901: è una delle strutture più affascinanti della città. Risalente al II secolo d.C., è stato costruito con pilastri in tufo sommanti da un’architettura ad arcate ed era composto da due insipidi gradinate di cui l’ultima è andata persa. Al Museo di Lecce sono conservati i rilievi marmorei che raffigurano scene di combattimento e che adornavano il parapetto. Anche la provincia di Foggia vanta una testimonianza ben conservata, la cui costruzione si deve al cavaliere Marco Vecilio Campo nel I secolo: si tratta dell’anfiteatro di Lucera, edificato per spettacoli ginnici, battaglie navali e lotte tra gladiatori e belve.
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