Era il 10 agosto del 1567 quando Emanuele Filiberto I di Savoia ordinò la costruzione di una chiesa dedicata a San Lorenzo per celebrare la vittoria contro i francesi e la restituzione ai Savoia dei loro territori. Ecco dunque la nascita della chiesa barocca più bella di Torino, edificata in Piazza Castello tra il 1668 e il 1687 grazie al progetto del noto architetto Guarino Guarini, sul luogo dove prima sorgeva la cappella ducale dedicata a Santa Maria ad Presepae in cui una volta era ospitata la Sacra Sindone. Diversi sono i motivi che la rendono unica. Innanzi tutto la mancanza di una facciata, presente nel progetto originario ma mai realizzata per volontà dei Savoia, che non volevano inserire elementi che snaturassero l’architettura di Piazza Castello.
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E’ l’imponente cupola a dominare propio la piazza e a far capire che ci si trova in presenza di un edificio religioso. Cupola che, con la calotta sostenuta dalle colonne delle serliane, è illuminata da otto finestroni ellittici ed attraversata da un sistema di nervature che formano una stella a otto punte e al cui centro si trova un ottagono regolare. I finestroni, visti dal basso, compongono quella che oggi viene soprannominata la "faccia del diavolo”. Il campanile non spicca per nulla rispetto alla cupola, tutt’altro: lo si vede solo spuntare dal tetto antistante. Anche l’interno stupisce per diversi aspetti. Lo spazio austero è sovrastato dall’impressionate bellezza della cappella dedicata alla Madonna delle Nevi, Santa Maria ad Presepae e da un enorme cancello voluto da Re Carlo Felice per separare la cappella dalla chiesa vera e propria. La grande cupola sembra essere sospesa nel vuoto grazie alle soluzioni tecniche del Guarini e la ricchezza e l’opulenza delle decorazioni interne sono opera di numerosi artisti italiani. Tra questi Domenico Maria Muratori, Carlo Maria Ugliengo, Stefano Maria Clemente, Pietro Dufour, Andrea Pozzo, Corrado Tantardini, Marco Antonio Franceschini, Bartolomeo Guidobono, Antonio Bettino e lo stesso Guarino Guarini che disegna le cappelle dedicate al Crocefisso, all’Immacolata e alla Natività.
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Nella concezione della pianta di San Lorenzo non ci sono linee rette: tutto è curvilineo, sinuoso, armonioso, basato sulla figura dell'ottagono, simbolo dell'ottavo giorno, A colpire è anche il passaggio dall'oscurità, in basso, alla luce, che, dall'alto, scivola giù e illumina la chiesa: facile intuire il messaggio metaforico della Luce di Dio che arriva dall’alto. Un altro tocco del genio del Guarini è il suo studio specifico sull’illuminazione. Quando si visita la chiesa di San Lorenzo nei giorni dei due Equinozi, infatti, il raggio di sole del mezzogiorno colpisce l'oculo della cappella accanto all'altare, rendendo visibile l'affresco del Padre, solitamente avvolto nell'oscurità; nella cappella dell'altro lato, la luce arriva per riflesso e illumina l'affresco sotto la volta, che solitamente è quasi invisibile.