E’ uno dei classici casi dei tanti gioielli sparsi nella nostra Penisola da recuperare per la giusta valorizzazione turistica del luogo che, oltre ad essere un esempio singolare di Castrum circondato a distanza da cinta muraria tranne che da un lato, offre al visitatore la possibilità di fare un tuffo indietro nel tempo. Tale gioiello si chiama Castel Camponeschi e il luogo è Prata d’Ansidonia, un comune di pochi abitanti in provincia de L’Aquila. Si tratta di un borgo murato abbastanza singolare in Abruzzo, in quanto i borghi castellati della regione sono in genere costituiti da impianti nei quali i muri esterni sono anche cinta muraria difensiva, mentre qui la cerchia di mura non coincide con i muri esterni delle case che rimangono quindi staccate; inoltre si distingue dagli altri castelli, oltre che per i notevoli accorgimenti difensivi che lo connotano, anche per la splendida collocazione ambientale e per il diffuso riutilizzo di elementi lapidei tratti dalla vicina Peltuinum, il sito archeologico dell’antica città vestino-romana di cui rimangono importanti resti come il teatro, un tempio e la porta cittadina.
Leggi anche: IN ABRUZZO L'EREMO DI D'ANNUNZIO CHE ISPIRA L'AMORE
Le mura di cinta, le torri e le due porte di accesso sono qui ben conservate, e all’interno del castello si trova una chiesa dedicata a San Pietro. Non si è riusciti ad individuare un’epoca di costruzione del borgo perché manca qualsiasi documentazione scritta al riguardo: viene nominato per la prima volta nel 1508. Una serie di lavori e di opere di scavo hanno fatto emergere che la parte interna alle possenti mura, turrite presso l'area di accesso al borgo, era totalmente edificata e caratterizzata da due edifici di rilievo: la chiesa di San Paolo, risalente agli inizi del XII secolo e il palazzo che la fronteggia.
Leggi anche: L'AQUILA: IL CAPOLAVORO DELLA FONTANA CON 99 CANNELLE
Il borgo interno è composto da piccole case rurali di una stanza sola, molto semplici e collegate tra loro con archi, e da due abitazioni più complesse che erano i palazzi gentilizi, dal tipico stile del Quattrocento.La sua attuale fisionomia viene importata in epoca normanna quando si doveva rispondere a due esigenze di fondo: la fortificazione che dà sicurezza, anche psicologica, e la necessità di gestire un territorio che abbia sicuri riferimenti demici. Questo luogo, denso di suggestioni magiche, potrebbe davvero entrare a buon diritto negli itinerari turistici per scoprire i tesori d’Abruzzo, ma è stato purtroppo depredato nel corso degli anni e attualmente vive uno stato di abbandono: gli ultimi abitanti se ne sono andati nel 1963.
Leggi anche: IN ABRUZZO L'EREMO DI D'ANNUNZIO CHE ISPIRA L'AMORE
Le mura di cinta, le torri e le due porte di accesso sono qui ben conservate, e all’interno del castello si trova una chiesa dedicata a San Pietro. Non si è riusciti ad individuare un’epoca di costruzione del borgo perché manca qualsiasi documentazione scritta al riguardo: viene nominato per la prima volta nel 1508. Una serie di lavori e di opere di scavo hanno fatto emergere che la parte interna alle possenti mura, turrite presso l'area di accesso al borgo, era totalmente edificata e caratterizzata da due edifici di rilievo: la chiesa di San Paolo, risalente agli inizi del XII secolo e il palazzo che la fronteggia.
Leggi anche: L'AQUILA: IL CAPOLAVORO DELLA FONTANA CON 99 CANNELLE
Il borgo interno è composto da piccole case rurali di una stanza sola, molto semplici e collegate tra loro con archi, e da due abitazioni più complesse che erano i palazzi gentilizi, dal tipico stile del Quattrocento.La sua attuale fisionomia viene importata in epoca normanna quando si doveva rispondere a due esigenze di fondo: la fortificazione che dà sicurezza, anche psicologica, e la necessità di gestire un territorio che abbia sicuri riferimenti demici. Questo luogo, denso di suggestioni magiche, potrebbe davvero entrare a buon diritto negli itinerari turistici per scoprire i tesori d’Abruzzo, ma è stato purtroppo depredato nel corso degli anni e attualmente vive uno stato di abbandono: gli ultimi abitanti se ne sono andati nel 1963.
Scopri gli altri MONUMENTI D’ITALIA