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Capizzi Festa di San Giacomo Sicilia tradizioni e folklore

Capizzi, in Sicilia i miracoli di San Giacomo

Il paese in provincia di Messina ogni anno a fine luglio celebra il Santo Patrono con una festa antica e particolare, ricca di curiosità

Capizzi, Festa di San Giacomo
©Siciliainrete
Sicilia, corteo per la Festa di San Giacomo a Capizzi
Capizzi è un comune interno della Sicilia che sorge intorno al colle Verna, nei pressi del fiume Simeto. La località è particolarmente nota per ospitare il Santuario di San Giacomo, principale luogo di pellegrinaggio della città, costruito sotto la dinastia degli Aragonesi, che ospita dipinti e opere scultoree e marmoree di rara bellezza. Chi si reca a Capizzi a cavallo del 22 luglio rimane senz’altro colpito da una delle feste più particolari della Sicilia, quella dedicata a San Giacomo Apostolo Maggiore, patrono della città. Si tratta di una celebrazione che affonda le proprie radici al tempo dei Normanni, quando edificarono l'attuale Santuario di San Giacomo, e svela, con una processione, le Sante Reliquie accompagnate dal Corteo Storico del Vessillo Aragonese, che ricorda il soggiorno di Pietro II d’Aragona a Capizzi nel XIV secolo e la concessione di un emporio esente da dazi ed imposte: il re donò il vessillo con il suo stemma e gli abitanti di Capizzi, in segno di gratitudine per la concessione, ogni anno portavano in processione fino al Castello il Vessillo.

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La celebrazione si articola in due momenti principali, il primo in mattinata quando l’autorità ecclesiastica consegna il Real Vessillo all’Autorità civile che lo colloca nella zona del Castello; il secondo nel tardo pomeriggio, quando lo stesso Vessillo viene riconsegnato all’Autorità religiosa per essere issato sul campanile del Santuario di San Giacomo, dove è pronto per sventolare  durante tutto il periodo dei festeggiamenti. A questi si aggiungono altri momenti di grande impatto emotivo e religioso, come i fedeli che, scalzi, vanno a chiedere grazie o a sciogliere i voti o i tradizionali Miracoli, un rito che consiste nel percuotere violentemente con l’estremità delle travi della portantina con la statua del Santo il muro di un’antica casa attigua alla chiesa di S. Antonio. Quando il muro percosso crolla si hanno i cosiddetti Miracoli. Da sempre si afferma che San Giacomo ha fatto i “Miracoli”, attribuendo al rito un intervento soprannaturale. Secondo un’antica tradizione, quando le percosse al muro erano di numero pari voleva significare fortuna sia per i frutti della terra che per tutto l’andamento dell’annata; ma se si manifestavano in numero dispari portavano calamità, disgrazie, carestie e disastri d’ogni genere.

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Le reliquie sono portate in processione per le vie del centro storico di Capizzi dalla Venerabile Confraternita di San Bartolomeo Apostolo e la Venerabile Confraternita di San Giacomo Apostolo Maggiore. Il fercolo, ovvero la portantina, è di antica e robusta costruzione e poggia su due lunghe e pesanti travi, alla cui estremità vi sono fissati quattro grossi anelli in ferro. Sulla parte superiore invece vi sono legate sei funicelle di colore rosso, tutti elementi determinanti per la guida e l’equilibrio del fercolo stesso: sono infatti tenuti da devoti maturi e saggi, che ne vantano il possesso tramandato da padre in figlio, i quali con la loro bravura ed esperienza, fan sì che tutto proceda bene. 
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