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Stabia, dove gli antichi romani andavano in vacanza

Sepolta dall'eruzione del Vesuvio, ma meno nota di Pompei ed Ercolano: Stabia e le sue splendide ville d'otium.

Villa romana
Di Mentnafunangann - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Villa San Marco - Atrio con impluvium e lariario - Stabia
Quando il Vesuvio eruttò nel ’79 d.C. seppellendo completamente le città di Pompei ed Ercolano, le sue ceneri travolsero anche gli abitanti di Stabia, che, come le due località più famose, ha restituito scavi archeologici di immenso valore storico. Gli scavi di Stabia sono oggi un sito museale molto frequentato ma ancora non del tutto riportato alla luce, che custodisce alcune preziose ville romane.

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Stabiae ha una storia ricca di successioni al potere: fu abitata dagli Osci, dai Greci, dagli Etruschi, dai Sanniti, fino a che cadde nelle mane dei Romani. Situata in corrispondenza di quella che oggi si chiama Castellammare di Stabia, nella zona della collina del Varano, l’antica Stabia affacciava sul mare prima dell'eruzione, ed era la località di villeggiatura degli antichi Romani. Proprio questa caratteristica ha permesso agli storici di conoscere una sfaccettatura diversa della vita dell’epoca, perché si tratta di una località concepita in modo urbanisticamente diverso rispetto alle città abitate di Pompei ed Ercolano. 

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Stabia era infatti prevalentemente punteggiata di ville finemente decorate, affrescate, abbellite di suppellettili (oggi sparse nei musei di tutto il mondo) che le rendevano luoghi di piacere e relax. Pare siano una cinquantina le ‘ville d’otium’ (ville d’ozio) e una trentina le ‘ville rustiche’ (abitazioni dedicate alla servitù o a nuclei agrari), sparpagliate nell’Ager Stabiano, il territorio compreso nella sfera d’influenza di Stabia. E’ tuttavia un numero esiguo quello delle ville riportate alla luce, anche se tra esse risplendono le bellissime Villa Arianna e Villa San Marco, complessi residenziali dove è possibile ammirare affreschi, palestre, vasche per le terme, ambienti di servizio. Ancora, tra le ville d’otium si possono visitare i resti di Villa di Hanteros ed Eraclo, la Villa del Pastore, mentre tra le ville rustiche citiamo Villa Sant’Antonio Abate, Villa Petraro, Villa Carmiano. Gli scavi di Stabia si estendono fino alle necropoli che sorgevano appena fuori dalla città, mentre mancano resti di templi, probabilmente distrutti durante guerre di conquista. 

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La sorte fu con Stabia più clemente che con Pompei ed Ercolano: gli scavi testimoniano che l’eruzione qui giunse in modo meno violento e con meno repentinità. Molti edifici non furono completamente ricoperti di cenere e lapilli, e gli scheletri ritrovati qui sono in numero esiguo: tra questi, quello di Plinio il Vecchio. Dopo l’eruzione la città ricominciò a vivere: si contano citazioni fino a circa l’anno 1000 d.C.. Il nuovo sviluppo interessò la zona costiera, una piana formatasi dai sedimenti dell’eruzione, area che negli anni diventerà l’odierna Castellammare di Stabia. Per maggiori informazioni sulla visita agli scavi di Stabia cliccate qui.
 
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