Se dovessimo stilare l’impossibile classifica dei mari più azzurri, dei luoghi più maestosi, dei litorali più da sogno della Sicilia senza dubbio metteremmo nella top 3 la Riserva dello Zingaro. Un’area naturale protetta completamente incontaminata, che si estende lungo 7 chilometri di costa - raggiungibile solo attraverso sentieri naturalistici - tra San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo, nella parte nord-occidentale dell’isola. Un luogo davvero speciale, dove la natura è l’assoluta protagonista. Ma la Riserva dello Zingaro presenta ai suoi visitatori anche diversi piccoli musei che celebrano e raccontano la storia locale.
Tra essi, il Museo delle Attività Marinare, che narra del rapporto dell’uomo con il mare, e soprattutto con la pesca, importantissima attività locale. La sola location è evocativa: il museo è allestito all’interno di un antico marfaraggio, ovvero il complesso di fabbricati che erano destinati alla lavorazione dei tonni nelle tonnare. Qui si custodivano gli attrezzi e i pescatori stagionali allestivano i loro alloggi. Dunque lo stabilimento in sé narra già una parte della storia, allestimento iper-realistico di una delle attività marinare più importanti della Sicilia.
All’interno del museo sono esposti gli strumenti per la pesca del tonno, come le reti e le nasse. La tecnica con cui si pescavano i tonni, la mattanza, era una risorsa fondamentale per l’economia locale, un antico metodo che è andato via via scomparendo in favore di altre tecniche - anche a causa della riduzione della fauna ittica. Si trattava di un evento vero e proprio, che coinvolgeva la comunità marinara collettivamente, e che viene raccontato nel museo attraverso plastici e riproduzioni in scala della tonnara. Non mancano testimonianze fotografiche, documenti sulla fauna ittica, oggetti che evocano il passato di questi luoghi e il rapporto strettissimo dei suoi abitanti con il mare.
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