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Sassari Chiesa di San Michele di Plaiano

Sassari, cosa rende speciale la Chiesa di San Michele di Plaiano 

Sconosciuta ai più, l'antica chiesa è poco valorizzata nonostante sia una delle più antiche costruzioni romaniche della zona. 

San Michele di Plaiano, facciata
©Regione Autonoma Sardegna 
Particolare della facciata
Fuori dall’abitato di Sassari, lungo la strada che porta al litorale di Platamona, si può notare un luogo piuttosto appartato in un piano fertile dove si erge una struttura particolare. Si tratta di San Michele di Plaiano, chiesa campestre che risulta essere una delle più antiche costruzioni romaniche dell’aerea sassarese, purtroppo poco conosciuta e per questo non valorizzata abbastanza, anche perché circondata da alcune abitazioni che ne celano le attrattive.

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Quello che oggi rimane della fabbrica principale è in conci di calcare bianco. Risale al 1082 e fu eretta per volontà del giudice di Torres. Nel 1115, passò ai monaci camaldolesi di San Zeno che ne fecero un’abbazia, ampliandola. Il lento declino della struttura iniziò nel Trecento, quando i monaci abbandonano il sito, per giungere a metà dell’Ottocento, periodo nel quale l’interno complesso venne usato come stalla per cavalli e deposito per attrezzi. Solo nei primi anni del Novecento se ne comprese il valore riscoprendone la straordinaria bellezza. Ecco, dunque, che la chiesa venne acquisita dalla Soprintendenza e riportata al culto. Il fianco sinistro ha mantenuto intatto lo stile romanico ma il resto dell’edificio ha subito diversi rimaneggiamenti che ne hanno alterato l’originaria fisionomia. La facciata è particolarmente interessante, divisa com’è da una modanatura a sguscio in due sezioni, con quella inferiore arricchita da tre arcate sorrette dai capitelli delle lesene e delle paraste angolari.

Al centro delle tre arcate cieche si apre il portale con stipiti e architrave monolitico in calcare bianco, con arco leggermente rialzato. Nel timpano si dispone una falsa loggia, con una bifora in asse col portale. Nel paramento murario si inseriscono formelle decorate con motivi geometrici, destinati a esser completati con tasselli a intarsio. Il frontone è decorato da una serie di cinque arcatelle sorrette dai capitelli, con foglie d’acanto delle semicolonne; nella specchiatura centrale si apre una bifora di rifacimento. Il lato nord, l’unico ad essere rimasto ancora libero, è diviso in quattro campi da lesene su cui poggiano alcuni archetti a tutto sesto. Nel primo campo a destra si apre una monofora con centina monolitica archiacuta, mentre nel secondo e terzo campo si aprono delle monofore a più risalti gradonati.
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