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Sardegna, la poesia di Nuoro con Grazia Deledda

La città dell'entroterra sardo riserva sorprese inaspettate tra arte, storia e gastronomia

Veduta con Cattedrale
©ElfQrin, Opera propria - Wikimedia Commons
Veduta di Nuoro con la Cattedrale
Non sempre parlare di Sardegna deve far pensare alle splendide spiagge e all’acqua turchese che le lambisce, all’estate e ai meravigliosi tramonti sul mare. Anche l’entroterra della splendida isola ospita sorprese inaspettate, con luoghi che vale la pena visitare sopratutto per la storia, l’arte, la cultura e la cucina. Tra questi c’è anche Nuoro, uno dei capoluoghi di provincia più elevati d’Italia, situato ai piedi del monte Ortobene. Grazie alla sua posizione elevata a dominazione sui corsi d’acqua che consentivano di controllare i traffici non desta meraviglia che il territorio di Nuoro sia stato abitato sin da tempi antichi e sia stato conteso da diverse popolazioni. Basti pensare che vi transitarono romani, vandali, bizantini, spagnoli. Tra pregevoli architetture e scorci suggestivi la città si offre al visitatore con i suoi ritmi tranquilli, ideale per scoprire tutte le preziose opere d’arte in essa custodite.



Piazza Sebastiano Satta, ad esempio, costruita in onore del vate di Sardegna, ospita la casa in cui visse il poeta ed è ubicata in una zona centrale della città: vi si possono ammirare alcune rocce erose con riproduzioni dei tipici bronzetti nuragici raffiguranti il poeta e lo scultore nuorese Francesco Ciusa. Piazza Santa Maria della Neve, invece, è quella dove si erge il Duomo, un’imponente costruzione neoclassica ottocentesca che sorge su un colle appartato rispetto ai quartieri storici di Seuna e santu Pedru. Il prospetto timpanato, di suggestioni palladiane, presenta ai lati due campanili gemelli, e la facciata è segnata da quattro monumentali colonne in granito sormontate da capitelli ionici che sorreggono la trabeazione. Anche se l’interno è a navata unica, coperta con volta a botte e ampie finestre da cui entra una luce che si diffonde creando effetti chiaroscurali, le tre cappelle per lato comunicano tra loro attraverso arconi è l’effetto è quello di tre navate e di pianta a croce. Particolare attenzione si deve porre all’altare maggiore, dedicato a Santa Maria della Neve, agli affreschi del soffitto, e all’imponente dipinto che raffigura la deposizione di Cristo. Non lontano dal Duomo si trova il Museo Civico Speleo-Archeologico, che raccoglie materiali recuperati dal Gruppo Grotte Nuorese nel corso di diversi decenni. Un alto museo interessante è quello della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde, dove sono raccolti gli abiti tradizionali dei maggiori centri della Sardegna, manufatti tessili, gioielli, oggetti di arredo ed utensili tradizionali, per un vero e proprio tuffo nel folclore locale.  Tra gli edifici di culto più rilevanti di Nuoro c’è anche la Chiesa della Madonna delle Grazie, realizzata alla fine del XVII secolo, che domina il quartiere di Seuna. Si presenta agli occhi del visitatore con le sue linee semplici ed essenziali, anche se la facciata austera è di grande effetto, con il bel portale centrale affiancato da semicolonne che reggono un massiccio architrave. Stipiti e capitelli sono arricchiti da figure di bestie e di fiori che richiamano motivi gotici catalani, mentre la parte alta della facciata è dominata da un elegante rosone.



E’ però il Museo Deleddiano il fiore all’occhiello cittadino, inserito in un contesto davvero poetico. Si tratta infatti del museo dedicato alla grande scrittrice Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926, ricavato nella sua casa natale al civico 42 della via ad essa dedicata. Vi si ammirano gli ambienti in cui la scrittrice si ispirò in gioventù, si possono consultare i diversi documenti che riguardano la sua produzione e la sua biografia, cimeli, ricostruzioni di scenari descritti nei suoi romanzi e prime edizioni italiane e straniere. L'attuale assetto espositivo mette in evidenza il legame tormentato della scrittrice con Nuoro e nel contempo le vicende personali e letterarie seguite al suo trasferimento a Roma. Si accede attraverso un edificio adiacente alla casa che ospita la biglietteria, i servizi e il bookshop. La visita si snoda attraverso i tre livelli dell'abitazione, segnati da una scala centrale, continuando nel cortile e nel giardino.



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C’è un ulteriore aspetto da prendere in considerazione per quel che riguarda una visita a Nuoro, la sua gastronomia, che deriva dallo stretto legame fra l'economia agricola e quella pastorale. Le pietanze sono semplici e i prodotti genuini e saporiti. Qui nel nuorese prevalgono i piatti a base di carne e sono rinomati i primi, di pasta fresca, i formaggi e i dolci. Gli antipasti sono costituiti soprattutto da olive, formaggi e salumi. Si servono il pecorino, fresco o stagionato, Su casizzolu (caciocavallo), la ricotta e Sa frue (latte cagliato fresco). Ma anche la salsiccia, il prosciutto locale e vari tipi di pancetta, coppa, lonza di maiale. Particolare è sa purpuzza, carne di maiale tritata e condita con aromi, cotta in padella anziché insaccata. Ad accompagnare il tutto l’impancabile pane tipico, il carasau che, abbrustolito e cosparso di olio e sale, prende il nome di pane guttiau. Rinomati sono anche sos maccarrones cravaos, versione nuorese degli gnocchetti sardi; sos macarrones de busa, grossi bucatini; sos maccarrones furriaos, gnocchetti conditi con formaggio pecorino freschissimo, fuso con la semola fino a formare una sorta di crema. Ma anche i ravioli barbaricini nelle due versioni: con ripieno di formaggio fresco o con ricotta e spinaci, conditi con pomodoro, o ragù, e pecorino. Molto diffusa è la minestra di merca, fatta con pasta, patate e pomodoro, con aggiunta finale di latte di pecora cagliato.



Grazia Deledda cita più volte nei suoi romanzi un altro primo piatto tipico, su filindeu, una pasta di semola finissima intrecciata come una tela, cotta come una minestra nel brodo di pecora con aggiunta di abbondante formaggio fresco. Tra i secondi piatti, oltre al porceddu allo spiedo, ci sono arrosti di agnello, capretto e vitello e numerosi sono anche i secondi piatti a base di interiora come la coratella. Un altro piatto tipico è su zurrette: il sangue della pecora, condito con menta, timo selvatico, formaggio e pane carasau sbriciolato. Il dolce nuorese per eccellenza è sa sebada, un disco di pasta sottile che racchiude un ripieno di formaggio fresco aromatizzato al limone, fritto e ricoperto di miele o zucchero, ma anche i sas casadinas, tortine di pasta ripiene di formaggio fresco o ricotta, s’aranzada, preparato con scorze d'arancio candite, miele e scaglie di mandorle tostate, cosi come ampia è la scelta dei dolci di mandorle e miele. 
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