Venezia è una città che non manca certo di luoghi, musei, palazzi da visitare. Ma alcune delle sue ‘chicche’ sono nascoste ai più, e si possono scoprire solo andando a curiosare nei meandri della sua fitta storia, e della sua particolarissima conformazione fisica. Le varie isole che compongono la laguna veneziana hanno avuto spesso una storia singolare, grazie al loro relativo isolamento. Per esempio a San Servolo, nel bacino di San Marco, si trova il toccante Museo del Manicomio, istituito nel 2006 in quello che fu l’ospedale psichiatrico maschile della città fino al 1978.
L’isola di San Servolo è piuttosto vicina al centro storico di Venezia, ed è stata abitata sin da tempi molto antichi. Già nel VII secolo accolse i monaci benedettini che vi fondarono un monastero, divenuto negli anni monastero femminile, quindi ospedale militare prima di essere trasformato in ospedale psichiatrico tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 per volere del governo Napoleonico. Questa grande struttura, che nei secoli è stata ampliata, occupa quasi l’intera superficie dell’isola. Dopo la chiusura dei manicomi per effetto della Legge Basagalia, fu abbandonata per circa 20 anni, ma la Provincia di Venezia negli anni '90 ha iniziato un’ingente opera di recupero, che ha riconsegnato alla città questo patrimonio storico e culturale di immensa importanza.
È dunque possibile visitare l’isola, in particolare il ‘Museo del Manicomio – La follia reclusa’, che raccoglie reperti appartenuti all’ospedale e cerca di approfondire il tema dell’approccio alla malattia mentale attraverso i secoli. Un percorso espositivo che colpisce soprattutto nell’evidente dimensione emarginante, segregante dell’istituzione. Dagli strumenti di contenzione a quelli clinici, dai documenti sui pazienti alle loro fotografie (prima e dopo il ricovero), il percorso espositivo è corredato di pannelli esplicativi che restituiscono un’immagine cruenta del trattamento riservato ai malati mentali – o presunti tali. La visita si arricchisce anche dell’esposizione nell’antica farmacia, nella biblioteca, nella sala anatomica. E si completa con una passeggiata corroborante nel meraviglioso giardino dell'isola, oggi arricchito di opere d’arte contemporanea.