“Marcello, come here. Hurry up!” - Cinque parole in inglese che chiunque ancora oggi riconosce immediatamente. Le ascoltiamo e nel giro di una manciata di secondi nella nostra mente si materializza l'immagine di una donna bellissima che fa il bagno nella fontana di Trevi.
E' difficile trovare una scena che rappresenta più di tutte il cinema del ventesimo secolo. Detto ciò, la sequenza della Fontana di Trevi ne La dolce vita si avvicina moltissimo a quella definizione. Così iconica ed eterna, in grado di essere riconosciuta anche da chi non è cinefilo duro a morire.
E' difficile trovare una scena che rappresenta più di tutte il cinema del ventesimo secolo. Detto ciò, la sequenza della Fontana di Trevi ne La dolce vita si avvicina moltissimo a quella definizione. Così iconica ed eterna, in grado di essere riconosciuta anche da chi non è cinefilo duro a morire.
Amata, imitata e riproposta così come l’ha girata Federico Fellini anche in altri film realizzati in tutto il mondo. È così che mentre Bill Murray e Scarlett Johansson s'innamorano a Tokyo in Lost in Translation, in una scena li ritroviamo in albergo mentre guardano proprio Anita Ekberg in acqua. Lo stesso Fellini, trentasette anni dopo aver girato quella scena, la ripropose in Intervista, dove veniva proiettata nel salotto di casa della Ekberg e introdotta dallo stesso Mastroianni. Ettore Scola ha perfino ricreato l'intero set, mostrando la lavorazione di quella scena in puro meta-cinema in una magnifica sequenza di C'eravamo tanto amati: in quel film è Nino Manfredi a ritrovarsi nel bel mezzo della produzione con Fellini e Mastroianni pronti a girare alla Fontana di Trevi. Era il 1974.
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Il set de La dolce vita allestito a piazza di Trevi ha richiesto sette giorni di lavorazione. Quella sequenza fu girata tra febbraio e marzo con le notti romane ancora fredde. È stato lo stesso Fellini a raccontare che la svedese Ekberg restò in acqua con indosso quell’abito per ore e ore, senza mai lamentarsi. Mastroianni invece era di tutt’altra natura: sotto i vestiti aveva una muta da sub e ciononostante moriva dal freddo. "Quando giravamo, la notte, c'era gente dappertutto. Arrampicata sui tetti, affacciata ai balconi. Ferma sulla scalinata. Faceva un freddo terribile e per convincere Marcello ad entrare nell'acqua gelata lo abbiamo dovuto vestire da sommozzatore - ha raccontato il maestro in un'intervista a Maria Novella De Luca su La Repubblica - Mastroianni però aveva ancora freddo e per resistere al bagno fuori stagione si è dovuto bere un'intera bottiglia di vodka. Con il risultato che quando abbiamo cominciato a girare la famosa scena con la Ekberg, Marcello era completamente ubriaco!".
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Il colore dell'acqua nella quale gli attori facevano il bagno inizialmente non convinse il regista. Secondo Fellini, infatti, sembrava alquanto sporca. A salvare la situazione sarebbe stato l’intervento di un funzionario della Scandinavian Airlines System che sul set fornì alla troupe una “tintura di acqua di mare” da usare in caso di ammaraggio. Quella tintura diede un nuovo aspetto all'acqua della fontana, trovando l'approvazione del regista e contribuendo a fare la storia del cinema.
La sequenza de La dolce vita non ha soltanto contribuito a sostenere in tutto il mondo l'immagine di una Roma magica, ma ha anche rafforzato la magia della settima arte. Come se il film e la bellissima scultura di Nicola Salvi, Giuseppe Pannini (datata 1732-1762) coesistessero. L'uno con l'altra per sempre.
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