Donato Bramante è passato alla storia per essere considerato il grande rivale di Michelangelo: architetto e pittore tra i più alti esponenti del Rinascimento italiano, fu attivo prima e Milano e poi a Roma, dove progettò la Basilica di San Pietro. L’altro straordinario esempio di architettura rinascimentale nel cuore della Capitale è il Chiostro che porta il suo nome e che fa parte del complesso dell’attigua Chiesa di Santa Maria della Pace, in cui si trovano le altrettanto celebri Sibille di Raffaello.
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Commissionato dal Cardinale Oliviero Carafa intorno al 1500, si presenta come un’elegante costruzione di raffinata linearità che prende ispirazione dalla classicità, dove armonia ed equilibrio si riscontrano in ogni elemento che lo compongono. Il Chiostro, eretto su uno schema quadrato, è composto da due ordini sovrapposti ed è costituito da un ampio portico a quattro archi per ogni lato con pilastri in stile ionico dotati di capitello e base, coperture a volta, un loggiato superiore in stile composito con pilastri e colonne corinzie alternati che sostengono l'architrave a copertura piana. Il Bramante è riuscito ad organizzare in perfetta armonia elementi stilisticamente diversi che si integrano nell’architettura in maniera del tutto naturale, come la sovrapposizione di un ordine ad architrave su uno ad arcate, le colonnine dell’ordine superiore in asse centrale sull’arco di sotto, gli archi inquadrati al piano terreno, l’insieme di capitelli ionici, corinzi e compositi, il tutto in un’atmosfera di luci ed ombre che regalano suggestioni classiche di rara bellezza.
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Il linguaggio severo, privo di ogni decorazione, differenzia profondamente questa dalle opere realizzate da Bramante durante il precedente periodo milanese, dove aveva invece fatto ampio ricorso a decorazioni di gusto lombardo. Al piano terreno c’erano gli ambienti per la vita collettiva, mentre al piano superiore gli spazi abitativi, oggi trasformati in aerea esposizione per mostre. Alla base di ogni pilastro del loggiato si hanno sedili un tempo usati dai monaci ed oggi utilizzati dal pubblico per la lettura, la conversazione o il ristoro. L’occhio attento del visitatore può notare che le pareti del portico del pianterreno sono ornate da monumenti sepolcrali della fine del Quattrocento e che nelle lunette sono raffigurate le storie della vita di Maria. Le sale espositive sono il risultato di un complesso restauro funzionale degli ambienti attigui al chiostro che offrono una superficie di 1000 mq sviluppata su i due piani e le ampie sale che ospitano mostre prestigiose.
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