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Villa Torlonia

Roma, cosa rende speciale Villa Torlonia

La Casina delle Civette di Villa Torlonia è un gioiello liberty tutto da scoprire

Villa Torlonia, Casina delle Civette
©Musei Villa Torlonia
La Casina delle Civette di Villa Torlonia
Villa Torlonia, situata sulla Via Nomentana, è uno dei quegli storici gioielli di Roma non troppo conosciuti ai più: la sua fama la deve soprattutto per essere stata la residenza privata romana di Benito Mussolini e per essere la più recente delle ville nobiliari romane. La zona era proprietà della famiglia Colonna e prima ancora, dal Seicento fino a metà del Settecento, della famiglia Pamphilj,  e la costruzione della villa iniziò solo nel 1806 sul progetto dell’architetto Giuseppe Valadier per il banchiere Raimondo Torlonia, che aveva comprato la tenuta dai Colonna. Inserita in un bel parco di sedici ettari in prossimità del quartiere Trieste, Villa Torlonia conserva ancora un particolare fascino dovuto all’ originalità del giardino paesistico all’inglese e alla ricca quantità di edifici ed arredi artistici disseminati nel parco.

Facciata del Casino Nobile di Villa Torlonia

L’ingresso monumentale si trova altezza del civico 68 ed è segnalato da due tempietti su colonne ioniche e due lanterne sormontate da aquile sui montanti della cancellata in ferro battuto. Passeggiando per il parco si incontrano le attrazioni principali, ovvero l’Obelisco in granito rosa, innalzato nel 1842; la Colonna Onoraria e il Teatro, che richiama la grandiosità del Pantheon; il Villino Medievale costruito dai figli per Giulio Borghese che vi risiedette fino alla morte, avvenuta nel 1915. E ancora la Limonaia, un semplice edificio che reca sulla facciata principale gli stemmi dei Colonna e dei Torlonia; il Villino dei Principi, in stile neorinascimentale; le Scuderie Vecchie, caratterizzate da una bella scultura in marmo in forma di testa di cavallo e le Scuderie Nuove, un basso edificio giallo che ora ospita un centro anziani; il Villino Rosso, dove ha trovato sede l’Accademia delle scienze; la Serra Moresca, ispirata all’architettura della moschea di Cordova e dell’Alhambra di Granada; il Tempio di Saturno (nella foto sotto), fornato di bassorilievi, e la famosa Casina delle Civette, il cui nome deriva dal fatto che le civette sono uno decori ricorrenti nelle vetrate e nelle maioliche.

Esterno del Tempio di Saturno con colonne e bassorilievi

La Casina delle Civette
Fino al 1938 questo edificio è stato la dimora del principe Giovanni Torlonia junior e all’epoca era conosciuta come Capanna svizzera per via del suo aspetto molto simile a quello di un rifugio alpino. Oggi, invece, è un museo che sembra uscito da un libro di favole. Ideata nel 1840 da Giuseppe Jappelli su commissione del principe Alessandro Torlonia, la Casina delle Civette è si è trasformata nel tempo, apparendo con un aspetto raffinato con porticati, torrette e logge e con decorazioni meravigliose. Ci sono maioliche colorate e vetrate che raffigurano civette, fate, cigni, pavoni ma anche nastri, farfalle e rose. In realtà il tema delle civette è ripreso anche in altre decorazioni e nel mobilio voluto dal principe Giovanni, famoso per essere amante dei simboli esoterici e quasi ossessionato da questo particolare ucello rapace. Inizialmente l’edificio si presentava come un manufatto rustico con paramenti esterni a bugne di tufo ed interno dipinto a tempera ad imitazione di rocce e tavolati di legno. Oggi è un complesso architettonico che comprende il villino principale e la depandance, collegati tra loro da una piccola galleria in legno e da un passaggio sotterraneo. Dal 1908 la Capanna Svizzera cominciò a subire una progressiva e radicale trasformazione per volere del nipote di Alessandro, Giovanni Torlonia jr., assumendo l’aspetto e la denominazione di "Villaggio Medioevale” prima di diventare la raffinata residenza con grandi finestre, loggette, porticati, torrette, con decorazioni a maioliche e vetrate colorate. Fu dal 1916 che iniziò ad essere nominato "Villino delle Civette" e l’anno successivo vennero aggiunte le strutture del fronte meridionale elaborando il fantasioso apparato decorativo in stile Liberty.

Complesso della Casina delle Civette

Gli spazi interni, disposti su due livelli, sono tutti particolarmente curati nelle opere di finitura; decorazioni pittoriche, stucchi, mosaici, maioliche policrome, legni intarsiati, ferri battuti, stoffe parietali, sculture in marmo mostrano la particolare attenzione del principe per il comfort abitativo. Una curiosità viene data proprio dalla presenza cosi massiccia delle vetrate, che costituiscono la cifra distintiva dell'edificio: tutte installate tra il 1908 e il 1930 sono considerate un "unicum" nel panorama artistico internazionale. La Casina delle Civette venne distrutta durante la Seconda guerra mondiale, acquistata nel 1978 dal comune di Roma, distrutta nel 1991 da un incendio e, dopo un lungo restauro, restituita alla città come polo museale. Proprio alla Casina delle Civette, fino al 27 settembre, è allestita una mostra omaggio al maestro della ceramica faentina Guerrino Tramonti, intitolata “Alchimie di terra e di luce. I mille volti della ceramica di Guerrnino Tramonti" (Faenza 1915-1992), che si propone con circa 50 opere. In una sede che rappresenta l'eccellenza dello stile Liberty le opere in ceramica, i dipinti e gli arazzi dell’artista dialogano con le decorazioni delle sale del Museo, in particolare con gli arredi, come pavimenti e maioliche di rivestimento, insieme alle vivaci cromie delle vetrate. 

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