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Roma Basilica di San Lorenzo fuori le mura

Roma, cosa rende speciale la Basilica di San Lorenzo fuori la mura

Famosa non solo per la presenza delle reliquie del Santo martire, la basilica vanta una storia complessa

Interno
©Basilica di San Lorenzo
Roma, interno della Basilica di San Lorenzo fuori le mura
Quando si passa per Piazzale del Verano a Roma il pensiero corre immediatamente al monumentale cimitero Campo Verano, il più esteso d’Italia, dove sono sepolti numerosi personaggi illustri. Ma il visitatore più attento e curioso non perde l’occasione di poter ammirare la Basilica di San Lorenzo fuori le mura, situata nel piazzale all’inizio di quello che era il tratto extra urbano della Via Tiburtina. E’ stata dedicata al santo che fu martirizzato il 10 agosto dell'anno 258 in seguito all'editto emanato dall'imperatore Valeriano secondo cui dovevano essere uccisi vescovi, presbiteri e diaconi. Leggenda narra che il martirio avvenne sopra una graticola ardente, oggi custodita nella basilica di San Lorenzo in Lucina. Si deve all’Imperatore Costantino, nel 330 d.C., l’edificazione della grande basilica ai piedi della Collina del Verano per onorare il santo.

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Venne costruita interamente in laterizio, a tre navate divise da archi su pilastri, ma la maggior parte della pavimentazione era occupata da lapidi sepolcrali perché i fedeli volevano essere inumati vicino alle sacre reliquie, tanto che ben presto anche le pareti vennero utilizzate per tombe a nicchia. I pellegrini affluivano sempre di più, fatto che costrinse Pelagio II a far costruire, nel 580, un nuovo edificio con una struttura a pianta quadrata edificata direttamente sulla tomba del martire. La basilica venne restaurata ancora nei secoli successivi: al tempo di Adriano I intorno al 773, nel 1100, poi tra il XII  e il XIII secolo quando vi si formò intorno una vera e propria cittadella fortificata cinta da mura e da torri di difesa, scomparsa però in età rinascimentale. Alcuni piani furono chiusi nel corso del Settecento quando vi fu collocato anche l’orologio. A Papa Onorio III si devono le trasformazioni più radicali tra cui l’orientamento della chiesa perché era cambiata la situazione stradale: ecco che, quelle che erano in origine l’abside e l’ingresso divennero il nartece e la cripta alla basilica papale. Venne poi applicato un secondo organismo basilicale, di più ampie dimensioni, quasi a prolungamento della precedente.

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L’ampia navata della basilica onoriana è illuminata da 12 finestre per lato. Le navate sono suddivise da 22 colonne, sormontate da capitelli ionici, la cui distanza varia sensibilmente perché i fusti, sia nel diametro sia nel materiale, appaiono diversi tra loro. Il bel chiostro voluto da Onorio presenta due originali ordini loggiato sovrapposti. La scala che porta alla cappella ed alle catacombe della matrona romana Ciriaca è decorata a bassorilievi con le anime purganti: sull'altare della cappella di Santa Ciriaca si può ammirare un'elegante edicola duecentesca. Interessanti sono anche la tomba di Alcide De Gasperi, posizionata sotto il nartece ed opera di Giacomo Manzù, e una grande lastra di marmo con larghe macchie di sangue che tradizione vuole versate da San Lorenzo durante il martirio. Un’altra leggenda è proprio di questo luogo: studiosi affermano che qui, nel maggio del 1864, sia stato trovato il Santo Graal, un calice vitreo dell’epoca di Costantino. 
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