Fare la barba è un’arte, e come ogni forma d’arte merita di essere custodita presso un museo. Non a caso, è nato a Roma il Museo del Barbiere, un luogo che riporta indietro nel tempo in un suggestivo percorso attraverso la storia della barberia. Inaugurato nel 2017 in una splendida location a due passi da Piazza di Spagna, il Museo del Barbiere nasce grazie all’idea di Max&Jò Barber Shop, già fondatori di uno dei più caratteristici barber shop della capitale, nella zona di Campo de’ Fiori.
Il Museo del Barbiere accoglie i visitatori in un allestimento suggestivo ed evocativo. Un luogo che trasuda il romanticismo di un mestiere tanto antico e legato alla tradizione. Nel piccolo percorso espositivo si possono ammirare cimeli di epoche passate, alcuni persino dell’800 e ‘900. Rasoi, affilarasoi, spazzole, antesignani dell’asciuga capelli, calendari, e attrezzi caduti in disuso, come quelli per i salassi. Tradizione, storia, arte e in un certo senso artigianato, un mestiere antichissimo esplorato attraverso i suoi strumenti più iconici e quelli più curiosi.
A proposito di curiosità, sapete perché il barber shop anglosassone (e spesso anche quello nostrano) era indicato dall’iconico cilindro con fasce bianche, rosse e blu avvolte a spirale? Perché un tempo il barbiere offriva il sopra-citato servizio del salasso: una pratica ritenuta medicamentosa, secondo la quale fare defluire un po’ di sangue da piccoli tagli appositamente inflitti poteva guarire da diversi malanni. In origine la praticavano i monaci, i grandi esperti della farmacopea antica. Ma un editto reale del 1100 vietò loro questa pratica, che passò nelle mani dei barbieri. Il palo rosso bianco e blu simboleggia proprio questo servizio medico: la figura del barbiere-chirurgo si occupava anche, alle volte, di estrazioni dentali e suture di piccole ferite.