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Reggio Calabria Cappella del Santissimo Sacramento

Reggio Calabria: tesori "sopravvissuti" nella Cappella del Sacramento

E' il monumento barocco più significativo del capoluogo calabrese, recuperato da terremoti e incendi

Duomo di Reggio Calabria, Cattedrale del Sacramento
©Basilica Cattedrale di Reggio Calabria
Parete frontale della Cattedrale del Santissimo Sacramento
Il Duomo di Reggio Calabria, il più grande edificio religioso della regione, è dedicato a Santa Maria Assunta e sorge al centro della città, con la sua imponente facciata che si affaccia su Piazza del Duomo. Il suo interno, in stile romanico con motivi di ispirazione classica, è ricco di numerose opere d’arte, e tra esse spicca la Cappella del Santissimo Sacramento. Dichiarata Monumento Nazionale è stata eretta nel 1539 come Cappella della Santissima Trinità, trasformata successivamente in Cappella del Santissimo Sacramento.

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Si tratta del più importante monumento d’arte barocca seicentesca della città: più volte rimaneggiata, ampliata ed abbellita, fu anche danneggiata dal terremoto del 1783 e da quello del 1908 e dall’incendio causato dai bombardamenti aerei del 1943. La cappella è a pianta quasi quadrata con pareti rivestite di intarsi marmorei policromi: negli angoli sono inserite le statue dei santi apostoli Pietro e Paolo, dei quattro evangelisti e dei due dottori eucaristici San Tommaso e San Bonaventura, tutte in marmo bianco. Sull’altare maggiore spiccano le quattro colonne in porfido nero con venature gialle e il quadro di Domenico Maroli da Messina. Tra le altre opere pittoriche di rilievo si ammirano i quadri di Nunzio Bava rappresentanti episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, che si trovano entrando sulla destra, nella lunetta in alto e in basso a sinistra: sono la Cena di Emmaus, l’Apparizione dell’Angelo ad Elia, la Moltiplicazione dei pani e Mosè che fa sgorgare l’acqua nel deserto.  

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Particolarmente interessante è la decorazione marmorea a tarsie del messinese Placido Brandamonte, commissionata nel 1655: l’opera è stata eseguita dai marmorari messinesi perché Messina nel Seicento era un notevole centro artistico, ed  è stata realizzata con molte varietà di marmi  a ”mosaico fiorentino”, intarsi policromi damascati, che rivestono tutte le pareti con un effetto notevole. Rappresenta infatti uno spettacolare esempio di decorazione barocca a tarsie o commessi marmorei molto diffusi in Sicilia. I motivi decorativi si armonizzano con le strutture ancora classicheggianti delle balaustre, dei capitelli, delle cornici e dei ricchi fregi in marmo bianco e fanno risaltare la serena bellezza del monumento sacro, uno dei vanti dell'intera regione. 
 
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