I carri armati hanno da sempre affascinato generazione dopo generazione. Non stupisce, quindi, che si sia costituita l’Associazione Nazionale dei Carristi d’Italia: siamo nel 1952 e nel giugno del 1958 usciva anche il primo numero della rivista Il Carrista d’Italia. L’anno successivo a Napoli si è svolto il primo raduno nazionale. Con il passare degli anni diverse iniziative hanno visto protagonisti i carristi d’Italia, come la nascita di un complesso museale a Roma, il Museo Storico dei Carristi. Durante l’ultimo raduno dei Carristi d’Italia, che si è svolto a Pordenone, si sono celebrati i 90 anni della costituzione di questa specialità. Con un evento eccezionale: la presentazione di un progetto per ricostruire il primo carro armato italiano, in peso e dimensioni reali, costruito cento anni fa.
Leggi anche: Pordenone, si brinda al romanticismo
E’ l’obbiettivo di un gruppo di appassionati di veicoli storici dell’associazione Spa Militare. Il primo tank italiano è stato il Fiat 2000: la sua colossale mole era di 40 tonnellate di acciaio, per una lunghezza di 7 metri ed un’altezza di 4. Venne realizzato nel 1917 in soli due esemplari che oggi sono andati perduti: il primo scomparve nel deserto della Libia e l’altro finì in fonderia al termine del conflitto. Il Fiat 2000 vanta il primato di essere stato il più grande e pesante fra i corazzati della Grande Guerra e il primo nella storia militare ad essere dotato di cannone sulla torretta girevole.
L’impresa di realizzarne una copia ha buone probabilità di riuscita grazie anche al fatto che Spa Militare ha già realizzato un carro medio M15, un’autoblindo Ab41 e un carro leggero d’assalto L3, che sono tutti modelli della Seconda Guerra Mondiale. L’associazione ha ritrovato il modellino industriale del 1917, quello presentato al raduno dei Carristi: è realizzato dalla ditta Quarello, di legno, pesante circa un quintale e dotato di cingoli perfettamente funzionanti. E il motore d’epoca è già disponibile. Inoltre si sta ultimando la ricostruzione computerizzata del carro. Il progetto prevede enormi maglie dei cingoli fuse secondo i disegni riprodotti, mentre gli ingranaggi delle ruote motrici possono essere riprodotti grazie all’uso del laser che intaglia lastre d’acciaio.