Troppo spesso lontana dai circuiti turistici tradizionali, la città medievale di Pistoia incanta per tanta bellezza che sa offrire inaspettatamente. Dove un tempo fiorirono valenti artigiani, vivaisti, costruttori di treni ed artisti che hanno lasciato indelebili testimonianze di un ricco passato, ci si trova oggi a rimanere avvolti da quell’atmosfera tranquilla e pacata che hanno conferito alla città il soprannome di Silenziosa. Tra i luoghi imperdibili da visitare in una città fatti di palazzi monumentali, civili e privati di varie epoche, e un gruppo di splendide chiese romaniche e gotiche, spicca la Cattedrale di San Zeno, risalente al XII secolo, che custodisce autentici tesori.
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Ad incominciare dall’esterno, caratterizzato da un triplice ordine di logge, da uno stupendo portico trecentesco e dalla tipica decorazione di strisce di marmo bianco e nero. Alla sinistra si trova il campanile, alto più di 66 metri, nato come torre di guardia longobarda abbellita nel 1301 da Giovanni Pisano. Sulla cima si possono notare i merli a coda di rondine, simbolo dell’antica fede ghibellina della città. Il campanile si presenta snello ed elegante, con la parte basamentale di pietra arenaria che s’ingentilisce nella parte superiore nei tre ordini di loggette. L’interno della chiesa si presenta a tre navate ed è stato rifatto nel Settecento: nonostante la maggior parte delle opere dei migliori artisti e dei secoli più importanti siano andate disperse, la Cattedrale conserva comunque una raffinata esposizione di sculture, prima fra tutte il meraviglioso fonte battesimale sulla parete d’ingresso, realizzato da Benedetto da Maiano.
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A destra trova posto il monumento dedicato al poeta e giureconsulto Cino da Pistoia. Nella Cappella di San Jacopo si può ammirare uno dei pezzi d’argento più preziosi d’Italia, ovvero il dossale di San Jacopo, pesante quasi una tonnellata e composto da 628 figure scolpite, alcune dal Brunelleschi. Interessanti sono anche il monumento al cardinal Niccolò Forteguerri, su disegno del Verrocchio; la Cappella Pappagalli, sempre del Verrocchio, la tavola con la Sacra Conversazione opera di Lorenzo di Credi; il Crocifisso, nella navata di destra, dipinto del 1275 di Coppo di Marcovaldo e Salerno di Coppo. Chi entra nella Sacrestia de’belli arredi rimane incantato dalla bellezza e dalla preziosità degli oggetti conservati. Da qui si accede alla Sala Capitolare, che ospita bei seggi attorno alle pareti e buoni dipinti d'autori non bene identificati, e alla Cappella maggiore, adorna d'opere moderne, tra cui affreschi del Passignano e del Sorri, quadri dell’Allori, di Gregorio Pagani e di Benedetto Veli.
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Ad incominciare dall’esterno, caratterizzato da un triplice ordine di logge, da uno stupendo portico trecentesco e dalla tipica decorazione di strisce di marmo bianco e nero. Alla sinistra si trova il campanile, alto più di 66 metri, nato come torre di guardia longobarda abbellita nel 1301 da Giovanni Pisano. Sulla cima si possono notare i merli a coda di rondine, simbolo dell’antica fede ghibellina della città. Il campanile si presenta snello ed elegante, con la parte basamentale di pietra arenaria che s’ingentilisce nella parte superiore nei tre ordini di loggette. L’interno della chiesa si presenta a tre navate ed è stato rifatto nel Settecento: nonostante la maggior parte delle opere dei migliori artisti e dei secoli più importanti siano andate disperse, la Cattedrale conserva comunque una raffinata esposizione di sculture, prima fra tutte il meraviglioso fonte battesimale sulla parete d’ingresso, realizzato da Benedetto da Maiano.
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