In una zona pianeggiante alle pendici dei Monti Pisani, la Val Graziosa, si erge maestosa la Certosa di Pisa, più propriamente detta Certosa di Calci in quanto si trova nel comune omonimo, frazione della città toscana da cui dista una decina di chilometri. E’ composta da un grande cortile interno subito dopo l'ingresso, dedicato alla vita comune e punto di incontro con il mondo esterno, mentre oltre gli edifici che circondano il cortile sono disposte le celle, gli orti e gli ambienti più riservati e tranquilli. Fondata nel 1366, è un complesso monumentale di grande importanza che in origine era un edificio austero come imponeva la regola dell’Ordine Certosino, profondamente mutato tra il Sei e il Settecento e trasformato nella magnifica residenza barocca che è giunta fino ai giorni nostri, ricca di affreschi, di marmi sontuosi, di stucchi e arredi preziosi, rendendola nell’aspetto simile ad una reggia.
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A dare slancio ai principali cambiamenti furono l’ingegner pisano Nicola Stassi e il pittore fiorentino Pietro Giarrè, coadiuvati da altri artisti tra cui Bernardino Poccetti, Baldassarre Franceschini (detto il Volterrano), Jacopo Vignali, i fratelli Rolli e Guidi e un’ampia schiera di valenti artigiani come Cassio Natili e Pasquale Cioffo mentre, sul finire del Settecento, fu compiuta l’impresa pittorica per mano del livornese Giuseppe Maria Terreni, artefice della Cappella del Rosario e dell’attigua Cappella di San Giuseppe. La prima si mostra con la sua grande eleganza compositiva nel raffinato alternarsi dei medaglioni a grisaille nel testo pittorico intessuto di delicate cromie ed ospita la pregevole pala d’altare con la Madonna del Rosario fra San Domenico e la Beata Rosellina.
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Nel 1972 la Certosa fu abbandonata dagli ultimi due certosini che vi vivevano e, dopo una serie di lavori di restauro, venne riadibita a nuovi usi: una parte è oggi utilizzata dall'Università di Pisa e accoglie al suo interno il Museo di Scienze Naturali, fondato nel 1591 da Ferdinando I de’ Medici e che, con i suoi ventiquattro scheletri di cetacei, costituisce la collezione cetologica più importante d’Italia, un'altra parte della Certosa è divenuta invece Museo Nazionale. Tra gli ospiti illustri ospitati nella Foresteria Granducale, cosi chiamata perché riservata ai sovrani di Toscana, spiccano il granduca di Toscana Pietro Leopoldo I, Ferdinando re di Napoli, Gustavo II re di Svezia e molti altri. Numerosi sono gli ambienti del monastero, e tra quelli più interessanbti spiccano l'appartamento del Priore, la ricca Biblioteca, l'Archivio storico e la farmacia.
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