La basilica di San Domenico a Perugia si staglia nel paesaggio con le sue imponenti dimensioni: 96 metri di lunghezza, 30 di larghezza tra le navate, 60 metri la lunghezza del transetto e 30 metri l’altezza delle volte. Queste misure ne fanno l’edifico religioso di maggiori dimensioni di tutta l’Umbria. La chiesa si affaccia sulla piccola ed irregolare piazzetta Giordano Bruno, lungo corso Cavour. Il maestoso campanile è tra i monumenti simbolo della città: edificato tra il 1464 e il 1500 in origine era alto 126 metri, portato ad un altezza di 60 metri in più per aumentarne la stabilità. L'imponente facciata della chiesa si apre in cima ad una scalinata a doppia rampa ed è ornata da portale di epoca cinquecentesca. L’interno appare con le austere navate che contrastano con il gotico fiorito della bella vetrata absidale, datata 1411. Il finestrone, alto 23 metri per 8,5 di larrghezza, è il più grande dell'epoca dopo quello del duomo di Milano.
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Sono dimensioni piuttosto inusuali per un edificio sacro italiano, anche perché all’epoca l’intento era di limitare la grandezza delle finestre per proteggere gli interni dal calore. Qui a San Domenico però, la finestra era necessaria perché non vi erano altre fonti di luci. L’abside conserva nella struttura e negli affreschi delle pareti e delle volte una ricca testimonianza dell’architettura e delle pitture originari. Quanto resta nella navata e nelle cappelle non è che una piccola parte del ricchissimo patrimonio qui un tempo conservato, disperso poi con le demaniazioni napoleoniche. Tra le opere ancora conservate si possono ammirare molti dipinti nelle cappelle. In quella intitolata a Benedetto XI figura il monumento funebre del Papa morto a Perugia nel 1304, splendido esempio di scultura gotica. Sulla navata destra si apre la cappella del Rosario con l’altare rinascimentale opera di Agostino di Duccio.
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Una particolarità da non perdere è l’intercapedine creata tra il tetto e le volte: si tratta delle “soffitte di San Domenico”, un luogo denso di fascino e di architettura nascosta che permette di contemplare la chiesa dall’alto e di salire fino al campanile, da dove si gode una splendida vista della città. Altro particolare degno di nota è la presenza di uno dei pochi organi seicenteschi ancora superstiti in Umbria. E’ inserito nel transetto sinistro della chiesa dove si trova la porta d’accesso alla sagrestia ed è secondo per dimensioni solo a quello che si trova nel Duomo di Orvieto. Per qualità, però, è uno dei più pregiati strumenti del XVII secolo, anche se dell’originale si conserva solo la cassa e la facciata mentre l’interno è una ricostruzione ottocentesca.
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