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Perugia Capitale europea della cultura 2019

Perugia 2019: la città cambia volto

Tra le 6 finaliste italiane candidate a diventare Capitale Europea della Cultura, la città umbra è pronta a rinnovarsi

Panorama di Perugia<br>
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Panorama di Perugia
Essere per un anno la Capitale Europea della Cultura permette ad una città, soprattutto quelle di media estensione, di godere di una grande visibilità a livello internazionale, e spesso di ‘rifarsi il look’ grazie a progetti, bandi e sponsorizzazioni varie, creando posti di lavoro e, teoricamente, una rete interdisciplinare che avrà un proseguo futuro. Perugia, candidata a diventarlo nel 2019, più che un semplice lifting vuole operare un cambiamento socio-culturale, ossia intervenire nel tessuto del territorio, cercando di ripartire con una vera e propria trasformazione culturale, che provenga da forme avanzate di arte, progetti ampi che ‘seminino’ il germe del cambiamento e della modernizzazione. E’ difficile riassumere in poche parole l’ampio dossier presentato da Perugia2019, ma l’intento è proprio quello di proporre "Un programma molto concreto anche se non deve essere pensato come una vetrina di eventi" spiega il direttore artistico Arnaldo Colasanti all’ANSA "Il tentativo è di riaccendere la città, concepirla come terreno di semina delle idee. Con i suoi vari luoghi che diventano fondamentali per la città. Dove si possono ritrovare chi inizia un'attività lavorativa e chi invece deve ritrovare un'occupazione dopo averla persa".

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‘Riaccendere una città’ che nonostante le meraviglie artistiche e archeologiche che possiede, nonostante i numerosi festival che le gravitano attorno (e in tutta l’Umbria in generale), nonostante l’ampia offerta gastronomica, non riesce a godere dei suoi frutti sul lungo termine, relegando ad eventi sporadici tutto ciò che invece dovrebbe renderla perennemente viva e fiorente. Questo sempre secondo il dossier 'Perugia 2019, i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria', redatto da tantissimi enti culturali, centri di ricerca, rappresentanti istituzionali e comitati della regione.

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Ma le potenzialità perché Perugia diventi Capitale Europea della Cultura ci sono, ed i commissari inviati in città il 10 ottobre per valutarla lo hanno potuto vedere. Per l’occasione infatti, è stato organizzato un tour che comprendesse una visita ai luoghi simbolo della città, ma anche iniziative a coinvolgimento cittadino con flash mob a tema 'bacio' per sottolineare la volontà di creare una continuità tra eventi e cittadinanza. Il tour offerto alla commissione ha attraversato il centro storico, dalla Rocca Paolina, fortezza simbolo del potere pontificio, allo storico Teatro Turreno, realizzato sul finire dell’800, a Piazza IV novembre con l’iconica Fontana Maggiore, simbolo perugino e importantissimo esempio di scultura medievale e il meravglioso Palazzo dei Priori. Non è solo la cultura del passato ad inserire Perugia tra le finaliste. Molto interessante il progetto dell’ex carcere maschile, oggi in disuso ma potenziale polo multifunzionale, che si vorrebbe riconvertire sotto la spinta creativa di designer, architetti, artisti e, perché no, con il contributo degli ex detenuti.

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Fitta l’agenda dell’amministrazione locale e degli enti coinvolti, che potete approfondire qui. Impegnate nel percorso che potrebbe portarle a diventare Capitali Europee della Cultura altre cinque città finaliste, che nei giorni scorsi hanno ricevuto la visita della commissione esaminatrice e attendono il verdetto finale, previsto per il 17 ottobre. Si tratta di Cagliari, Matera, Lecce, Ravenna e Siena; il titolo del 2019 sarà condiviso con una città bulgara, Plovdiv, seconda città del Paese dopo Sofia e antica capitale della Tracia.

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