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Panicale cosa vedere

Panicale, perché è il luogo dove "tutto è bello"

Il borgo in provincia di Perugia è uno dei gioielli dell'Umbria, andiamo a scoprirlo

Scorcio di Panicale
©iStockphoto
Centro storico di Panicale
Tra la conca del Lago Trasimeno e la valle del fiume Nestore si adagia un borgo dall’indiscussa bellezza, anche perché ha saputo mantenere intatte le caratteristiche strutturali e architettoniche di un tempo: si tratta di Panicale, in provincia di Perugia, dove il visitatore si troverà come sospeso nel tempo. A caratterizzarlo è anche la pianta a cerchi concentrici, a testimonianza del sistema di difesa militare tipico dell’epoca medievale. La sua posizione, abbarbicato in cima ad una collina a 441 metri sopra il livello del mare, permette di godere di terrazze panoramiche sulla vallata umbra, offrendo scorci inattesi che hanno incantato nel tempo anche pittori e poeti, come si può vedere nella foto qui sotto



Quattro passi nel borgo
Diversi sono i monumenti e gli edifici storici presenti nel centro storico. Entrando da porta Perugina s’incontra subito Piazza Umberto I, dove spicca la bella cisterna ottagonale in travertino risalente al 1473, successivamente trasformata in fontana, che si trova di fronte al trecentesco Palazzo Pretorio. La grandiosa collegiata di San Michele Arcangelo è una delle più antiche della regione: di origine longobarda, più volte ampliata e infine ricostruita in forme barocche nel 1618, racchiude pregevoli opere d’arte, tra cui spiccano la tavola dedicata alla Natività di Giovan Battista Caporali, allievo del Perugino, e l’affresco dell’Annunciazione attribuito a Masolino da Panicale, il maestro di Masaccio. Sempre sulla stessa piazza si affaccia la residenza di Giacomo Paneri, meglio conosciuto come Boldrino da Panicale, capitano di ventura che ebbe un importante ruolo in diverse vicissitudini locali. Costeggiando la dimora del condottiero si arriva a Piazza Masolino (nella foto sotto), il punto più elevato della città, dove si trova il Palazzo del Podestà del XIV secolo, sede dell’Archivio storico e notarile, costruito in stile lombardo-gotico dai maestri comacini. Il belvedere offre una veduta che spazia sul lago Trasimeno e le terre di confine tra Umbria e Toscana. 



I tesori di Panicale
Scendendo attraverso le viuzze del borgo si raggiunge il piccolo e prezioso Teatro Comunale, piccolo gioiello intitolato all’autore rinascimentale Cesare Caporali, costruito nel XVIII secolo e totalmente ristrutturato nel 1858 secondo la tipologia classica del teatro all’italiana. Si presenta quindi con la  pianta a ferro di cavallo, due ordini di palchi e un loggione. La sua struttura è interamente in legno decorato con stucchi e medaglioni decorativi, e tutt’oggi fa da scenario a numerosi spettacoli. Da non trascurare è la piccola Chiesa di San Sebastiano, dove si può ammirare uno splendido affresco del Perugino dedicato al martirio di San Sebastiano, l’attrazione più nota della città. Nella stessa chiesetta si ammira un affresco staccato, la Madonna in trono con angeli musicanti, che recentemente è stato attribuito alla mano di Raffaello. Appena fuori Porta Fiorentina si arriva alla cinquecentesca Chiesa di Sant’Agostino, che ospita al suo interno resti di affreschi attribuiti alla scuola del Perugino e il pregevole altare in pietra serena di Giambattista di Cristoforo da Cortona. Dal 2001 nell’edificio ha trovato sede il Museo del Tulle, dove sono esposti i numerosi manufatti in tulle ricamato in precedenza dislocati presso privati e chiese cittadine.
Andiamo a scoprire di più sull'antica tecnica di ricamo sul tulle.
Poco distante si incontra l’elegante facciata della Chiesa della Madonna della Sbarra, chiamata in questo modo perché sorta nel luogo dove si praticava il controllo del dazio. Altri palazzi interessanti sono quello della Casa di Boldrino Paneri, l’Antica Posta di Braccio, del XV secolo, e Palazzo Landi che ospita la Pinanoteca, composta da 31 sale che prende il nome dal suo ideatore, Francesco Mariottini.



I dintorni
La visita a Panicale non esaurisce al solo borgo, ma anche nei dintorni. Richiede attenzione innanzitutto il Santuario della Madonna di Mongiovino (nella foto sotto), vero scrigno d’arte tra Rinascimento e Manierismo. Tradizione vuole che qui sia apparsa la Madonna a una pastorella del luogo. Il Santuario è un vero e proprio scrigno d’arte rinascimentale, e tra le tante opere da ammirare un portale in pietra serena scolpito da Bernardino da Siena, la porta di legno del 1548, diversi dipinti interessanti tra cui anche quelli di pittori fiamminghi. Spostandosi di poco si arriva al Santuario delle Grondici, dedicato alla Madonna che cura gli ammalati: è meta di pellegrinaggio in quanto custodisce un’immagine ritenuta miracolosa, dipinta su tela nel 1495 da Gregorio Teutonico. Anche la tradizione gioca un ruolo importante nella vita di Panicale, in quanto nel corso dell’anno vengono organizzate diverse manifestazioni folcloristiche. Durante il periodo pasquale, ad esempio, gli abitanti si cimentano con l’antico gioco del formaggio, mentre alla fine di settembre tutti aspettano la Festa dell’Uva, quando i rioni del borgo sono coinvolti in una colorata sfilata di carri allegorici in tema uva o vino.



L’origine del nome
Una curiosità riguarda il nome di Panicale. Per alcuni deriva dal luogo dove ardono are al dio Pan” (Pani calet), oppure “colle sacro a Pan” (Panis collis) o, ancora, “luogo dove si coltiva il panìco” (pan colis), cereale rappresentato nello stemma da due spighe. I più romantici attribuiscono l’etimologia alla definizione del greco pan kalon, “dove tutto è bello”, ed effettivamente è difficile contraddirla.
 
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