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Palermo, c’è un fantasma nel Teatro Massimo?

Lo spettro di una suora ‘perseguita’ i frequentatori del teatro palermitano 

Teatro Massimo di Palermo
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Teatro Massimo
E’ uno dei più sontuosi, splendidi, imponenti simboli di Palermo, e la sua fama valica i confini nazionali per la magnificenza e le dimensioni che lo caratterizzano. Eppure il Teatro Massimo tra i suoi concittadini è famoso anche per una ragione che va oltre l’opera lirica: tra i suoi decorati ambienti, si aggira da decenni un fantasma. Certo, il condizionale è d’obbligo quando si parla di presenze spettrali, ma le testimonianze sono molte, e intrecciano la narrazione popolare alla reale storia dell’edificio.

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Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele è il più grande teatro lirico in Italia, terzo in Europa. Un primato piuttosto noto, ma meno famosa è la travagliata storia della sua costruzione. Il concorso per realizzare il progetto fu vinto nel 1864 da Giovan Battista Filippo Basile, ma fino al 1875 i lavori non cominciarono. Alla morte dell’architetto, che non vide mai l’opera compiuta, subentrò il figlio, Ernesto Basile, ma è solo nel 1917 che si poté inaugurare ufficialmente il teatro. Nel 1974 venne quindi abbandonato, e ci vollero altri 23 anni perché i lavori di restauro permettessero di riaprilo. Una storia complicata che, secondo la narrazione popolare, è dovuta ad una maledizione: quella lanciata sul teatro dal fantasma della ‘monachella’.

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L’area di Via Maqueda in cui sorge il grandioso edificio era infatti precedentemente occupata da due chiese (delle Stimmate e di San Giuliano) e i loro rispettivi monasteri. Entrambe le chiese e i monasteri ebbero ruoli importanti nella storia palermitana, ma ciò non bastò a salvarli dalla demolizione che avrebbe dovuto far posto al Teatro Massimo. Come ben sappiamo in epoca pre-Napoleonica si seppellivano i defunti, soprattutto gli ecclesiastici, nelle chiese stesse, e sovente loro ossa venivano conservate nelle cripte. Dunque smantellando le due chiese e i monasteri vennero profanati anche i cimiteri. Ecco che una delle monache, si dice la badessa di uno dei due, risvegliata dal suo eterno sonno, decise di maledire l’opera. E di continuare nei secoli a perseguitare coloro che nel teatro lavorano, o che partecipano agli spettacoli. Numerose le testimonianze degli operai coinvolti nei cantieri di restauro ed edificazione, di attrici e cantanti (si narra che una di loro rimase senza voce dopo aver incontrato il fantasma) e di comuni cittadini che, trovandosi a passare dinanzi al teatro, hanno potuto vedere la monachella. 
 
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