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Non c'è più religione nel Gargano di Luca Miniero

Con il nuovo film del regista di Benvenuti al Sud anche Bisio e Gassmann si sono innamorati della Puglia

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Dopo aver reso celebre la Santa Maria di Castellabate di Benvenuti al Sud e continuato a mettere in Piazza (del Duomo, in questo caso) gli stereotipi italiani nel milanese Benvenuti al Nord, Luca Miniero era tornato dalle 'sue' parti nel 2014, per La scuola più bella del mondo, girato tra Acerra e Montepulciano. Per il suo nuovo Non c’è più religione il regista partenopeo torna al Sud e si spinge ancora più in là, scegliendo la Puglia di Manfredonia, nel foggiano, e zone limitrofe.

Per otto settimane (dal 16 maggio fino al 4 luglio) Claudio Bisio, Alessandro Gassmann, Angela Finocchiaro & Co. hanno avuto modo di scoprire alcune delle perle paesaggistiche del Gargano, delle quali sono stati sfruttati gli scorci più affascinanti per ricreare la piccola isola del Mediterraneo nella quale l'usuale organizzazione natalizia del presepe vivente si scontra con un problema evidente: il bambinello è cresciuto, ha barba, brufoli e non sta più nella sua culla. La soluzione? Trovarne un altro o tentare vie apparentemente inconcepibili? Basta andare al cinema per scoprirlo. E per scoprire i comuni di Monte Sant’Angelo, Manfredonia (in particolare Siponto e la via G. di Vittorio prospiciente la Basilica), l'Isola di San Nicola e le Isole Tremiti tutte.

"Il cinema suscita emozioni, fa conoscere i luoghi, fa entrare le persone dentro quei luoghi – ha dichiarato Loredana Capone, Assessore all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, – ed è proprio questo il valore aggiunto dello strumento cinematografico. Le tre produzioni impegnate a girare in Puglia in queste ultime settimane ci hanno 'aiutato' a passare parola delle nostre meraviglie, a raccontare una parte importante della storia della nostra regione, dalle Isole Tremiti e il Gargano al Salento passando per Polignano a Mare. La promozione del territorio è, però, solo uno dei benefici portati dal cinema: produzioni come Non c’è più religione generano, infatti, un importante indotto economico per operatori, fornitori, strutture ricettive. Diventa, quindi, decisivo investire su 'veicoli' strategici, com'è l’industria cinematografica, perché consentono di dare ancora più visibilità alla nostra terra e, al contempo, muovono nuova economia".

E, a fronte di un finanziamento di 250mila euro della Film Commission alla produzione (che ha visto la partecipazione della foggiana Daunia Production), sono stati oltre 30 i fornitori locali di servizi coinvolti, oltre a professionisti pugliesi in vari reparti, per più di un milione di euro di investimento complessivo sul territorio regionale. Solo l'inizio, viste le importanti collaborazioni all'orizzonte per la Daunia il cui titolare, Pierluigi del Carmine, sottolinea: "il nostro territorio si sta consolidando come scenografia naturale per le future produzioni cinematografiche, che, speriamo, continueranno a raggiungere la nostra provincia anche nei prossimi mesi. Una grande soddisfazione per quanti, come noi, hanno sempre scommesso su questa terra, che per quanto difficile e complessa, continua sempre a stupirci".

Come stupiti si sono dichiarati i protagonisti delle meraviglie naturali ("luoghi di infinite possibilità eppure ancora così autentici, veri e ancora così inesplorati") e gastronomiche ("abbiamo potuto apprezzare anche le prelibatezze locali, eccezionali per la varietà, dalla carne al pesce, passando per i troccoli e i funghi"). Come riporta il locale 'foggiatoday', Alessandro Gassmann si è detto meravigliato dall’impatto della natura, sostenendo che il Gargano è una terra che potrebbe dare molto di più e il Cinema potrebbe contribuire alla sua crescita semplicemente mostrandola in tutta la sua bellezza, mentre Claudio Bisio si è detto stupito dalla bellezza dei luoghi e particolarmente dai tanti dialetti, diversi di paese in paese. Ma il bilancio conclusivo non poteva non 'toccare' a Luca Miniero: "Qui al Sud alle riprese sul set partecipa tutto il paese, mentre Tremiti è un’isola che non ha perso la poesia di qualcosa di unico".


 
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