Catania è una città zeppa di bellezze architettoniche, storiche, artistiche. All’interno del suo centro storico c’è una strada che ne racchiude tantissime, in poco più di 200 metri: si chiama Via dei Crociferi, ed è un vero e proprio trionfo del barocco siciliano. Stringendo ancora di più il campo, su questa monumentale strada vediamo ergersi un palazzo la cui facciata in pietra lavica salta immediatamente all’occhio: è il Collegio dei Gesuiti, considerato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. È opinione diffusa che sia il più bell’edificio appartenuto all’ordine della Compagnia di Gesù (i gesuiti, per l’appunto) in Sicilia.
Attualmente in fase di restauro - intervento che necessitava da anni, dopo un lungo periodo di incresciosa incuria - il Collegio dei Gesuiti fu edificato durante i lavori di ricostruzione della città, fortemente danneggiata in seguito al terremoto avvenuto nella Val di Noto nel 1693. Ricostruzione che tuttavia avvenne in tempi molto lunghi, e difatti sono visibili nell’edificio le impronte stilistiche di diversi architetti. Angelo Italia, Alonzo di Benedetto, Francesco Battaglia, Giovan Battista Marino (scultore, ma qui presente in veste di ruolo di architetto) sono i normi più rappresentativi di questo processo, che richiese circa 40 anni. Oltretutto, gli architetti dovevano attenersi alle rigide regole edilizie ammesse dai gesuiti, che prevedevano una precisa ripartizione degli spazi. Accanto al collegio in contemporanea si procedeva al restauro della splendida Chiesa di San Francesco Borgia.
Nel cuore del Collegio dei Gesuiti si trova un meraviglioso chiostro con loggiato, sormontato da colonne. Su 4 pittoreschi cortili si affacciano le stanze che fino al 2009 hanno ospitato l’Istituto d’Arte di Catania, sgomberato dal comune perché gli ambienti erano oramai inagibili. Per diversi anni l’incuria si è impadronita dello splendido edificio (e non è l’unico, purtroppo, in Via dei Crociferi, ma forse il più emblematico), fino al 2016 quando i lavori di restauro sono iniziati. Purtroppo i finanziamenti ricevuti fino ad ora serviranno a ridare lustro solo a una parte del luogo.