Lo scrittore e giornalista italiano Guido Piovene, nel suo “Viaggio in Italia”, scriveva che “il più bel duomo dell’Emilia si trova a Modena ed è un’antologia e una miniera della scultura romanica”. Non è un caso, dunque, che la Cattedrale modenese, assieme alla Torre Civica e a tutta la Piazza Grande, siano entrati a buon diritto nella lista dei Patrimoni dell’Umanità nel 1997. Il sito di Modena è quindi un bene di carattere monumentale, e “rappresenta un capolavoro del genio creativo dell’uomo”. Si deve all’espressione dell’attività di due personalità d’eccezione, l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo. La loro creazione, infatti, con la sua profonda trama di riferimenti all’antichità, venne presa a modello per tutto il Romanico padano, offrendo l’ “esempio eminente di un tipo di costruzione o di complesso architettonico che illustri un periodo significativo della storia umana”.
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L’intero complesso costituisce inoltre una “testimonianza unica o quantomeno eccezionale di una civiltà o di una tradizione scomparsa”, trattandosi di un esempio eminente di insediamento urbano legato ai valori della civiltà comunale, con il suo peculiare intreccio di funzioni religiose e civili. Sede di molti tesori e nucleo centrale attorno a cui ruota tutto il tessuto urbano, Piazza Grande è giunta in perfetto stato di conservazione. Si presenta con la sua forma quadrangolare ed ospita tutti gli edifici del potere civico e religioso. Il celebre Duomo, la Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta e San Geminiano, venne qui fondato nel 1099 e rappresenta uno dei più alti esempi di arte romanica italiana. L’altezza della facciata è esattamente pari alla larghezza, conferendo all’insieme un aspetto di armoniosa robustezza. Come lungo tutto il perimetro esterno, anche qui è evidenziato il motivo delle loggette chiuse dentro arcate. Particolarmente importanti sono le quattro grandi lastre scolpite dallo scultore Wiligelmo.
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L’interno è costruito in laterizio: nlla navata centrale Enrico da Campione realizzò il pulpito datato 1322; nella cripta è custodito il sepolcro di San Geminiano, patrono di Modena, ed è conservato un capolavoro del Rinascimento modenese, La Madonna della pappa, gruppo in terracotta policroma di Guido Mazzoni, oltre ad altre opere importanti risalenti ai secoli XV e XVI, all’Altare delle Statuine, al Coro intarsiato dei Lendinara. La Torre Civica, nota come Ghirlandina, ebbe la duplice funzione di torre religiosa e di torre di difesa e avvistamento. Alta 88 metri e collegata al duomo da due archi, fu innalzata in due momenti diversi e realizzata definitivamente all’inizio del XIV secolo: prima i 6 ordini inferiori, poi il tamburo ottagonale e la cuspide. A realizzare questa straordinaria opera fu Arrigo da Campione.