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Torino verità vi spiego sull’amore Max Croci Cinema Mole Antonelliana

Max Croci torna a Torino per spiegarci l'amore

Ambra Angiolini e Carolina Crescentini protagoniste della storia tratta dal libro di Enrica Tesio.

Notorious Pictures
"Ho 35 anni, ho due figli, un bimbo di 3 anni e una bimba di 10 mesi, ho due gatti, ho un mutuo, ho un lavoro. C’è anche un padre, una brava persona per carità, che però qualche mese fa mi ha lasciato. E da allora scrivo": così iniziava il blog di Enrica Tesio, torinese e autrice del libro omonimo dal quale è stato adattato il La verità, vi spiego, sull’amore di Max Croci che imperversa in sala. E che ci offre - oltre a una commedia divertente e leggera sulle infinite sfumature dell’Amore, anche la possibilità di una gradevolissima gita nella sabauda e solare Torino.

In sostanza, la vita di Dora (interpretata da Ambra Angiolini) è finita sottosopra quando il compagno Davide l’ha lasciata dopo sette anni di relazione e due figli. Sopraffatta dalla routine quotidiana e lavorativa, Dora si rifiuta di elaborare il lutto sentimentale, finché non arriva il momento di raccontare la verità al figlio Pietro, il quale crede ancora che il papà sia via solo per lavoro. Dora, spronata dall’amica Sara (qui Carolina Crescentini), trova finalmente la forza di reagire. Il primo passo sarà riappropriarsi del proprio tempo assumendo l’insolito babysitter Simone, poeta-bidello e nuovo fidanzato di Sara...



"È stato davvero piacevole tornare a girare a Torino, dove ero stato in passato per dei cortometraggi in passato e che conosco abbastanza", racconta il regista lombardo, che ci spiega come la scelta sia stata quasi 'obbligata': "Enrica Tesio è di Torino e il romanzo è ambientato a Torino, per cui mi sembrava giusto e coerente ambientare qui il film. E poi Torino offre degli scorci meravigliosi, è una città che io amo molto, e alla quale sono molto affezionato. Il mio primo festival fu quello del Cinema Giovane (per il corto Queen Be, nel 1995 ndr), per cui l'ho sempre vissuta come città del cinema. E poi c'è il Museo del Cinema, dove abbiamo scelto di far lavorare Dora, creando proprio questo link tra il cinema e la sua vita".

Ed è nell'atrio del Museo della Mole Antonelliana, infatti, che la vediamo lavorare, al fianco di Arisa (sua collega nel film). Ma sono ben altre le 'coppie' che si alternano sulla scena, e nelle varie cornici cittadine. Come quella dello splendido Parco del Valentino sul fiume Po, con l'imponente Circolo Eridano di Corso Moncalieri sullo sfondo, o di fronte alle stazioni di Porta Susa e di Porta Nuova e sotto ai portici di Via Po e di Piazza Vittorio Veneto.

O in interni molto particolari, come quelli usati per le abitazioni dei nostri protagonisti… "Una casa molto bella, su tre o quattro piani due dei quali usati per le case di Dora - ricorda Croci. - Ma gli esterni della casa in cui si svolge gran parte della vicenda in realtà è di una casa splendida, Liberty e famosissima, di un architetto di Torino in passato accusato di stregoneria e che ha una meravigliosa scalinata interna". "Quando l'ho vista - continua, - ero quasi inquietato, mi sembrava una casa da film di Dario Argento, un po' anni 70".

"Il mare, invece - dove vediamo concludersi la storia e svolgersi parzialmente il bandolo della matassa, - è quello di Fregene". In realtà avrebbe ovviamente dovuto essere "qualcosa di più vicino a Torino, per cui avevamo pensato alla liguruia o alla toscana", ammette il regista, che poi svela il segreto dlla casa sulla spiaggia: "Ho dovuto stare molto attento nelle riprese, perché di fianco ci sono un chiringuito, a tre metri, e un posteggio dall'altra parte. Ma anche questa ha una storia molto bella, visto che era la casa dove ha vissuto per alcuni anni Alberto Moravia… La chiamano Casa Moravia, è piccolina, ma super affascinante, costruita su un picccolo fiume che sfocia nel mare e scenograficamente perfetta da riprendere".

 
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