Era il 2003 e Lost In Translation - L'amore tradotto arrivava nei cinema. Il film rilanciava la carriera del grande Bill Murray che si guadagnava una nomination all'Oscar, dimostrando di essere un attore leggendario anche nell'affrontare ruoli drammatici e romantici, senza mai rinunciare al suo humour inconfondibile. Lost in Translation è un cult istantaneo. Uno dei primi grandi film americani del nuovo millennio. L'opera seconda di Sofia Coppola trasformava Scarlett Johansson in una star. All'epoca l'attrice aveva solo 19 anni.
Quando si pensa a Tokyo al cinema, la mente va subito al film della Coppola. Un viaggio in cui lo spettatore si perde insieme ai protagonisti mentre questi si innamorano l'uno dell'altra visitando un mondo nuovo. Tutta l’affascinante e ipnotica “follia” della capitale nipponica viene catturata dalla regista che contrappone l’euforia della metropoli alla solennità di altre location visitate dal personaggio della Johansson. Oggi è possibile scoprire Tokyo sulle orme di Lost in Translation. Ovviamente si tratta di una vacanza tutt'altro che economica.
Leggi anche: On the Rocks, Bill Murray e Sofia Coppola tornano insieme dopo Lost in Translation
Il film si apre sulla finestra di una camera del Park Hyatt, in cima alla Shinjuku Tower. Un hotel a cinque stelle dove una camera può costare oltre i quattrocento euro a notte. E' proprio da lì che Scarlett Johansson osserva Tokyo nella scena iniziale. Ed è in quella struttura, esattamente al cinquantaduesimo piano, che si trova anche il New York Bar: una delle location più romantiche della città. Il posto in cui i personaggi di Bob e Charlotte si incontrano per la prima volta. Il New York Bar è un jazz club dove il bicchiere di vino più economico costa venti euro.
Quando si pensa a Tokyo al cinema, la mente va subito al film della Coppola. Un viaggio in cui lo spettatore si perde insieme ai protagonisti mentre questi si innamorano l'uno dell'altra visitando un mondo nuovo. Tutta l’affascinante e ipnotica “follia” della capitale nipponica viene catturata dalla regista che contrappone l’euforia della metropoli alla solennità di altre location visitate dal personaggio della Johansson. Oggi è possibile scoprire Tokyo sulle orme di Lost in Translation. Ovviamente si tratta di una vacanza tutt'altro che economica.
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Il film si apre sulla finestra di una camera del Park Hyatt, in cima alla Shinjuku Tower. Un hotel a cinque stelle dove una camera può costare oltre i quattrocento euro a notte. E' proprio da lì che Scarlett Johansson osserva Tokyo nella scena iniziale. Ed è in quella struttura, esattamente al cinquantaduesimo piano, che si trova anche il New York Bar: una delle location più romantiche della città. Il posto in cui i personaggi di Bob e Charlotte si incontrano per la prima volta. Il New York Bar è un jazz club dove il bicchiere di vino più economico costa venti euro.
Una volta lasciata la torre, ci si può tuffare nella magia della città con una corsa in taxi verso il quartiere a luci rosse di Kabukicho. Un regno fatto di luci al neon che vediamo all’inizio del film quando Bill Murray arriva in città. Ovviamente non può mancare una visita alla Shibuya Station e a uno degli incroci più famosi del mondo. Una strada che accoglie ogni giorno milioni di pedoni. Ci si può tuffare tra la folla e farsi uno scatto su quelle striscie pedonali, oppure si può "fuggire" arrivando all'edificio Q-Front per restare a guardare l'incrocio dall'alto. Ipnotizzati davanti all'oceano di persone che lo attraversano.
Per chi cerca un po’ di tranquillità basterà salire sulla metro Marunouchi, esattamente fino alla stazione Nakano-sakaue. E' quella la fermata per raggiungere il Joganji, piccolo tempio che il personaggio della Johansson visita all’inizio del film. Sofia Coppola resta con l'attrice soprattutto quando deve mostrare la calma del Giappone. In una sequenza porta la sua protagonista e il pubblico fuori dalla capitale. Sul "bullet train" per Kyoto dove Charlotte visita l'altare Heian Jingu e i tempi di Nanzenji e Chion-in.
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Alle spalle di quest’area si trova il Karaoke Kan, location di una delle sequenze memorabili del film: quella in cui Scarlett Johansson canta Brass in Pockets dei Pretenders e Murray invece prova a intonare More than This di Bryan Ferry. La troupe della Coppola ha girato quelle scene nelle stanze 601 e 602 del Karaoke Kan. Per affittarle è consigliabile prenotarle con un minimo di preavviso. A cena si potrà visitare il Creston Hotel e sedersi allo Shabuzen, ristorante specializzato nello shabu shabu. Lo stesso posto dove Bob e Charlotte si ritrovano a cucinarsi da soli il loro cibo in una scena del film.
Per chi cerca un po’ di tranquillità basterà salire sulla metro Marunouchi, esattamente fino alla stazione Nakano-sakaue. E' quella la fermata per raggiungere il Joganji, piccolo tempio che il personaggio della Johansson visita all’inizio del film. Sofia Coppola resta con l'attrice soprattutto quando deve mostrare la calma del Giappone. In una sequenza porta la sua protagonista e il pubblico fuori dalla capitale. Sul "bullet train" per Kyoto dove Charlotte visita l'altare Heian Jingu e i tempi di Nanzenji e Chion-in.
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