Sulle rive del fiume Adda, in provincia di Bergamo, ci si trova di fronte ad “un esempio eminente di un complesso architettonico che illustra un periodo significativo della storia umana, un insediamento umano rappresentativo di una cultura, specialmente se divenuto vulnerabile per l'impatto di cambiamenti irreversibili”. Stiamo parlando di Crespi d’Adda, il villaggio operaio Patrimonio Unesco dal 1995, un eccezionale testimonianza del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa. Quasi ci si trovasse su un set cinematografico, Crespi d’Adda è una realtà unica, dove il tempo trascorre lento e sembra di essere sospesi come nell’Ottocento. Si tratta infatti di un villaggio ideale del lavoro, quasi un piccolo feudo dove il padrone provvedeva ai bisogni di tutti.
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Tutto ebbe inizio nel 1878 con Cristoforo Crespi che decise di costruire, in prossimità di Capriate San Gervasio, uno stabilimento per la filatura di cotone. Riuscì a realizzare un piccolo mondo perfetto, dove veniva garantita ai dipendenti una serie di servizi e strutture che rendevano la vita più semplice, spingendo le persone a non allontanarsi da Crespi. Le giornate, infatti, si vivevano interamente nel villaggio. C’era la scuola gratuita, l’asilo, la piscina, il lavatoio, la chiesa, il dopolavoro fino al cimitero, dove svetta il monumento funebre a piramide della Famiglia Crespi. Ad ogni famiglia era fornita una villetta con orto e giardino: di queste alcune sono ancora oggi abitate da una piccola comunità di discendenti dei lavoratori di allora, anche se lo stabilimento ha cessato del tutto l’attività nel 2003. La straordinarietà del luogo è il fatto che sia stata un esempio innovativo che guardava al futuro, dove le maestranze della fabbrica potevano trovare tutto ciò che serviva loro e per il benessere delle proprie famiglie, in un’epoca in cui lo Stato non era affatto in grado di fornire tutele e servizi indispensabili.
L’ingresso al cotonificio è l’immagine più rappresentativa e più conosciuta dai visitatori, con la ciminiera, le palazzine dirigenziali e il cancello in ferro battuto che creano una particolare composizione, simbolo dell’architettura industriale. C’è poi il lungo viale dove si affacciano i capannoni che, in un’affascinante prospettiva, si mostrano con le eleganti decorazioni in cotto e mattoni. La villa padronale sorge imponente quasi a ricordare un castello medievale che impera sulle file delle case operaie, disposte ordinatamente. Tra le tante curiosità che riguardano il Villaggio Crespi c’è da sapere che è stato il primo paese in Italia ad essere dotato di illuminazione pubblica con il sistema moderno Edison.