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Le vie sacre della Maremma

Le vie sacre in Maremma

Un percorso tra i siti archeologici dell'alta Maremma dove si trovano le tre "città del tufo" Pitigliano, Sorano e Sovana. Tra le necropoli più spettacolari quella di Poggio Felceto nell'alta Valle Fiora dove è da provare l'esperienza delle Vie cave.

Maremma tufo
©Regione Toscana
Nell’alta Maremma ci sono tre città che vivono nel tufo: Pitigliano, Sorano e Sovana. A piedi o a cavallo il paesaggio si snoda fra campi coltivati punteggiati da olivi, boschi di faggi, cascinali. Un rapporto uomo–natura che si protrae, ancora poco alterato, da millenni. Tra queste colline la pastorizia costituisce ancora una delle attività principali. Oggi come allora gli abitati preistorici ci restituiscono gli oggetti legati alla lavorazione del latte: si trovano diffusi negli abitati di Scarceta, di Poggio Buco, di Sorgenti della Nova. Si tratta di abitati di varie fasi dell’età del Bronzo, che testimoniano le attività artigianali delle popolazioni protostorica: pastorizia, primitivo sfruttamento agricolo, lavorazione dei metalli, tessitura.

Ben più famose sono le testimonianze degli etruschi nell’alta Valle del Fiora. Grazie al tufo ed alla sua estrema plasmabilità, si sono conservati tanti simboli della civiltà etrusca: le tombe, i colombari, le vie cave, le grotte. Il riutilizzo delle evidenze archeologiche per usi meno “standard” è piuttosto diffuso. Le necropoli, come quella di Poggio Buco, sono costituita da grotte scavate nel tufo con un pilastro nel centro ed una banchina per le urne cinerarie. Lo stato di abbandono, fino a pochi anni fa, ha fatto sì che le sue stanze divenissero ripostiglio per gli attrezzi, stalle, ovili. Oppure, perché no, garage. 

Ma l’attenzione per una zona ancora poco sfruttata turisticamente ha portato alla creazione di parchi archeologici, di piccole cooperative di servizi. Le visite guidate ai siti archeologici, coniugano i suggestivi percorsi storici alla bellezza di una natura ancora poco compromessa. Vicino a Sorano merita una visita la necropoli di San Rocco, costituita da tombe a camere scavate nelle pareti verticali, databili al III - II sec. a.C. Accanto, affacciati lungo la valle del fiume, i colombari romani che devono il loro nome alla riutilizzazione come piccionaie in età medioevale. Si tratta in realtà tombe di schiavi o cittadini poveri, scavati nel tufo senza troppe pretese stilistiche.

Ma è a Poggio Felceto, poco distante da Sovana, la necropoli più spettacolare dell’alta Valle Fiora: la “Tomba di Ildebranda” merita una visita attenta.Risale alla fine del III secolo a.c e venne così chiamata dagli scopritori in onore di Ildebrando di Sovana, poi salito al trono pontificio con il nome di Gregorio VII.  Costruita su modello di un tempio italico, con capitelli decorati da teste umane ed un podio con la scalinata d’accesso, la tomba conserva la camera funeraria sotto la facciata monumentale. Solo grazie a frammenti decorativi recuperati durante gli scavi, ed a confronti con il frontone del tempio di Talomone, si è potuto risalire ad una ricostruzione abbastanza realistica dell'opera, che fu realizzata seguendo lo stile di un tempio greco.

Ma la particolarità di tutte le tombe del complesso di Poggio Felceto è la ricchezza e la singolarità delle decorazioni architettoniche che riproducono, scavate nel tufo, i particolari delle abitazioni etrusche. Alcune tombe recano soffitti a cassettoni con tracce di colorazioni, altre hanno capitelli, stucchi, volte: tutti in origine fastosamente decorati. I vivi ricreavano, per i defunti, una copia delle abitazioni terrene perché la vita nel mondo ultraterreno potesse essere comoda ed agiata. 

Accanto a testimonianze del culto dei morti non mancano strutture abitative interessanti : la Vitozza, nel comune di Sorano, è uno dei più grandi insediamenti rupestri d’Italia. Duecento grotte d’ogni tipo e misura, ad una o più stanze, spesso con più piani collegati fra loro da scalette.  Una passeggiata fra queste testimonianze è un autentico ritorno al passato. A piedi, fra l’umidità delle tombe, oppure a cavallo, guidati da un esperto del luogo, la ricerca degli angoli archeologici dell’alta Maremma sarà ancora più interessante.

Esperienza da provare è quella delle Vie cave, i tracciati viari, scavati in profondità nel tufo, che univano i centri di Pitigliano, Sovana e Sorano fra loro e con tutti i più importanti centri dell'Etruria. Le vie cave erano principalmente tracciati di comunicazione, come dimostrano i profondi solchi dei carri, segnale evidente del traffico di merci e persone. Sulle pareti a picco si vedono iscrizioni, graffiti e tombe aperte, tutte testimonianze che hanno permesso di collocare all’epoca etrusca la prima fase del loro scavo.

Se il fascino emanato da questi luoghi non fosse sufficiente, basterà ricordare che una delle interpretazioni più accreditate e plausibili avanzate sulle vie cave vuole che queste siano vie sacre, percorsi religiosi. Dalle vicine necropoli rupestri i sacerdoti etruschi guidavano le processioni rituali e le cerimonie connesse al culto funerario e alla sfera religiosa.
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