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Mostre, Veneto, Italia

Le più belle mostre del Veneto tra Klimt e Cezanne 

Dagli impressionisti al contemporaneo, una fitta programmazione di mostre d'arte attraversa il Veneto in questo inizio d'anno 

Claude Monet 
StudioEsseci
Claude Monet – Passeggiata sulla scogliera s Pourville, 1882
La pittura francese del XIX secolo è al centro di una grande esposizione allestita  fino al 17 aprile 2017 nelle sale del Museo di Santa Caterina a Treviso. “Storie Dell’impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin” racconta infatti  le varie storie dell’impressionismo attraverso dipinti, fotografie e incisioni a colori su legno. Curata da Marco Goldin, la mostra illustra  non solo quel mezzo secolo che va dalla metà dell’Ottocento fino ai primissimi anni del Novecento, ma anche quanto la pittura in Francia avesse prodotto, con l’avvento di Ingres a inizio Ottocento, nell’ambito di un classicismo che sfocerà, certamente con minore tensione creativa, nelle prove, per lo più accademiche, degli artisti del “Salon”, l'esposizione periodica di pittura e scultura, che si svolgeva in quegli anni al Louvre di Parigi. 
 
La Fondazione Musei Civici  di Venezia porta al Centro Culturale Candiani di Mestre fino al prossimo 5 marzo la mostra ‘Attorno a Klimt. Giuditta, eroismo e seduzione’. L'iniziativa è incentrata attorno a uno dei miti più affascinanti della tradizione biblica, quello di ‘Giuditta’ e vede il suo fulcro rappresentato dal capolavoro di Gustav Klimt Giuditta II (Salomè), che giunge per l’occasione da Ca' Pesaro. Si tratta di un dipinto dirompente realizzato dal grande artista viennese nel 1909, in cui Klimt usa il mito in chiave contemporanea, mescolando elementi della più antica tradizione figurativa con una nuova drammaturgia, destinata a rappresentare le pulsioni dell’inconscio.
 
In occasione del trecentocinquantesimo anniversario della nascita del pittore veronese, è aperta al Museo di Castelvecchio, la mostra Antonio Balestra. Nel segno della grazia. Antonio Balestra nasce, vive parte della sua vita e infine muore a Verona, ma il suo profilo e la sua attività vanno ben oltre i confini della città: già la sua formazione, avvenuta a Roma alla scuola di Carlo Maratti tra il 1691 e il 1694, lo pone a contatto con una fervida realtà artistica contemporanea. Con questo bagaglio culturale, vive tra la città natale e Venezia, dove fino al 1718 ricopre un ruolo di primissimo piano nello sviluppo della pittura veneziana ed europea.
 
Alla Collezione Peggy Guggenheim è possibile visitare la retrospettiva che sancisce il grande ritorno a Venezia di Tancredi Parmeggiani, tra gli interpreti più originali e intensi della scena artistica italiana della seconda metà del Novecento. Si tratta di “La mia arma contro l’atomica è un filo d’erba. Tancredi. Una retrospettiva” che rimarrà visitabile a Palazzo Venier dei Leoni fino al 13 marzo 2017. Tancredi è stato l’unico artista, dopo Jackson Pollock, con il quale Peggy Guggenheim stringe un contratto, promuovendone l’opera, facendola conoscere ai grandi musei e collezionisti d’oltreoceano e organizzando alcune mostre, come quella del 1954 proprio a Palazzo Venier dei Leoni. 
 
 
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